La visita al Centro Islamico Emanet scatena critiche: “Integrazione o indottrinamento?”. La Lega: “Immagini agghiaccianti”.
Treviso – Infuriano le polemiche dopo la visita dei bambini di una scuola materna parrocchiale del Trevigiano a un centro islamico, con tanto di preghiera. E’ accaduto il 30 aprile, protagonisti gli alunni della scuola “Santa Maria delle Vittorie” di Ponte della Priula a Susegana. Come testimoniano diverse fotografie pubblicate sui social dell’istituto, e poi riprese dal quotidiano Libero e da altri organi di stampa, i piccoli si sono inginocchiati verso La Mecca, intenti a imitare la preghiera islamica guidata dall’imam Avnija Nurceski. Se la scuola e l’imam difendono l’iniziativa come un gesto di dialogo interculturale, le foto hanno scatenato polemiche, con la Lega che parla di “sottomissione ideologica.” La direttrice Stefania Bazzo sottolinea il valore educativo, ma molte voci critiche denunciano un eccesso di “buonismo” che rischia di svilire e annacquare le tradizioni cattoliche. Ecco cosa è successo.
Il 30 aprile, tre classi dell’asilo cattolico, accompagnate dalle maestre (alcune con il velo, come da tradizione islamica), hanno visitato il centro Emanet. L’imam Nurceski ha illustrato i cinque pilastri dell’Islam e guidato i bambini in una “preghiera per la pace,” rivolta a “bambini malati e poveri.” Le foto, che mostrano i piccoli sul tappeto in posizione di preghiera, sono state condivise su Facebook dalla scuola, che ha definito l’esperienza “emozionante.” L’iniziativa, regolarmente autorizzata dai genitori, mirava a promuovere la conoscenza della multiculturalità, in un istituto con molti alunni musulmani.
Le immagini hanno diviso l’opinione pubblica. La Lega ha reagito con forza. Alberto Villanova (capogruppo regionale del Carroccio) ha definito le immagini “agghiaccianti, una provocazione inutile che fa gelare il sangue.” L’europarlamentare Silvia Sardone ha scritto che “costringere bambini a pregare Allah è inaccettabile. Basta tentativi di islamizzare le scuole.”
Critiche anche da Anna Maria Cisint (Lega), che chiede chiarimenti su autorizzazioni e regolarità del centro Emanet. “Qui non si parla di educazione, ma di fondamentalismo bello e buono, con un Imam che non ha perso l’occasione di “catechizzare” i giovani alunni – ha detto l’europarlamentare leghista, come riporta l’Ansa -. E il peggio è l’atteggiamento del corpo docente, che ha permesso tutto ciò: chissà se hanno avuto il coraggio di chiedergli perché le donne debbano portare il velo integrale o sposarsi in tenera età. Vogliono togliere i crocifissi e l’ora di Religione per indottrinarci all’Islam? Il sospetto è più che lecito: bambini portati in una moschea , molto probabilmente irregolare, costretti a inginocchiarsi verso la Mecca”. Giusto insegnare il rispetto tra religioni, ha aggiunto Villanova, “ma non certo facendo inginocchiare i nostri bambini all’interno di un luogo di culto che non è il loro. Lasciamo fuori i bambini da propaganda e ideologia”, ha concluso l’esponente leghista.
Di contro, la direttrice Stefania Bazzo difende la scelta al Corriere della Sera: “Non era una preghiera verso La Mecca, ma un’imitazione dei gesti spiegati dall’imam. La nostra scuola valorizza il dialogo senza penalizzare la tradizione cristiana.” Simonetta Rubinato (Fism Treviso) cita Papa Francesco, sottolineando la necessità di una “fraternità umana.” Il Pd, con Rachele Scarpa, applaude: “La scuola deve creare ponti in un mondo multiculturale.” L’Ucoii, tramite Yassine Lafram, definisce a sua volta le critiche “attacchi politici preoccupanti.”
Dal canto suo, la comunità macedone musulmana di Susegana, integrata da 20 anni, ha legami forti con la scuola: l’imam è parente di un alunno, e una mamma musulmana aveva già letto ai bambini un libro sul Ramadan. La scuola partecipa a celebrazioni cristiane, con alunni musulmani che recitano preghiere cattoliche, ma la mancata condivisione di immagini simili ha alimentato sospetti di uno squilibrio a favore dell’Islam e a discapito delle tradizioni cristiane. Le polemiche sui social, ovviamente, infuriano. E molti, come una certa Clotilde, citata da Il Fatto Quotidiano, si chiedono: “Il progetto include altre fedi o solo l’Islam?”. Sulla questione la diocesi di Vittorio Veneto e il Comune, per il momento, non hanno rilasciato commenti.