Autonomia, audizione Anci sul federalismo fiscale: resta il nodo dei Lep

La Lega in attesa dei decreti sui Livelli essenziali di prestazioni, che renderanno operativa la riforma, avvisa gli alleati: “Niente scherzi”.

Roma – Si torna a parlare di Autonomia, e la Lega torna a sventolarne la bandiera. Mentre oggi a Palazzo San Macuto, la Commissione parlamentare per l’attuazione del federalismo fiscale svolge l’audizione, in videoconferenza, di rappresentanti di Anci sulle tematiche relative allo stato di attuazione e alle prospettive del federalismo fiscale, il Carroccio fa il punto della situazione. E in attesa dei decreti sui Livelli essenziali di prestazioni e servizi, che renderanno operativa la riforma, avvisa gli alleati: non si facciano scherzi, ora. Il messaggio viene da Riccardo Molinari, capogruppo del Carroccio alla Camera e portavoce nei giorni scorsi dell’ennesimo distinguo del suo partito sul fatto che Giorgia Meloni non avesse il mandato a votare il piano di riarmo europeo di Ursula von der Leyen. E sul futuro dell’autonomia differenziata diventata legge a giugno, il leghista avverte: “Non vorremmo che ci fossero frenate nei ministeri per qualcosa che è un punto fondamentale dell’alleanza di governo”.

Il timore è che sui Lep o sulle materie non Lep, alcuni ministri non leghisti possano mettersi di traverso o temporeggiare. Il pensiero corre alla gestione delle emergenze (dalle alluvioni ai terremoti, ad esempio) che spetta ora al ministero di Nello Musumeci, il meloniano che ha anche la delega alla protezione civile. La stessa su cui puntano alcuni governatori, a partire dal leghista Luca Zaia. Altro casus belli potrebbe essere l’export: Forza Italia vuole che resti una competenza nazionale e non decidano le regioni (cioè quelle più ricche a scapito del sud, è la preoccupazione degli azzurri). Di certo la riforma sarà al centro della giornata organizzata dalla Lega sabato a Padova, e intitolata la “sfida dell’autonomia”.

Un’occasione d’oro, per il ‘capitano‘, per rassicurare il fronte nordista del partito in deficit di attenzioni – è la loro accusa – rispetto alla Lega nazionale, che avrebbe soffocato le istanze originarie e più autonomiste. Sarà quindi anche l’occasione per raccogliere i consensi (e cioè le firme) sulla mozione del segretario della Liga Veneta e numero due di Salvini, Alberto Stefani. A gennaio il referendum che voleva abrogare la legge sull’Autonomia è stato dichiarato inammissibile dalla Corte costituzionale. Sul tavolo sono rimasti i nodi, anche riguardo le materie non Lep, con il partito di via Bellerio che non intende frenare e già guarda alle intese con regioni come la Lombardia. Ma di fatto i tempi della discussione sull’autonomia non saranno brevi, perché gli alleati della Lega intendono affrontare tutti i nodi e seguire alla lettera i suggerimenti arrivati dalla Corte costituzionale.

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