Fine ricercatore e intellettuale, collezionista e bibliofilo, la sua scomparsa ha lasciato un vuoto incolmabile nella storia antropologica siciliana.
Palermo – Il 15 gennaio scorso è morto a 91 anni il prof. Aurelio Rigoli, già Ordinario di Etnostoria e Storia delle tradizioni popolari e professore Emerito dell’Università degli Studi di Palermo. Subito l’Ateneo aveva espresso il “più sentito cordoglio” per una perdita giudicata pesantissima dai colleghi e dal Direttore del Dipartimento SPPEFF – Scienze Psicologiche, Pedagogiche, dell’Esercizio Fisico e della Formazione, prof. Gioacchino Lavanco.
Allievo di Giuseppe Cocchiara, Rigoli è stato insigne studioso e promotore delle scienze demoetnoantropologiche, spendendo la sua vita nello studio dell’antropologia culturale e promuovendo l’etnostoria, una disciplina moderna che studia il passato nel rapporto con le tradizioni popolari.
Negli anni ’80, ha fondato il Centro Internazionale di Etnostoria, poi divenuto Fondazione, approfondendo le tematiche relative agli aspetti delle identità, delle comunità e del territorio, in funzione della conoscenza in ottica europea ed extraeuropea, nonché in funzione delle più moderne prospettive di crescita e di sviluppo turistico. Nel 1998 ha istituito il Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria del nostro Ateneo, coordinandone per primo il Corso di Studi.
Rigoli ha dedicato interamente la sua vita alla ricerca etnoantropologica; entusiasta e profondo conoscitore dei folkloristi Giuseppe Pitrè e Salvatore Salomone Marino, ha fondato nel 1958 il “Premio Internazionale di Studi Demoentoantropologici G. Pitrè – S. Salomone Marino”, occasione di convergenza a Palermo di noti studiosi e ricercatori di fama internazionale nel campo della demoetnoantropologia. È stato anche coordinatore delle attività del Registro delle Eredità immateriali, presiedendo la Commissione Eredità Immateriali, presso l’Assessorato Regionale dei Beni Culturali ed Ambientali e della Pubblica Istruzione della regione Sicilia nel 2005.
Instancabile nella sua attività organizzativa degli innumerevoli convegni di rilievo nazionale e internazionale, ma anche nella sua attività promozionale di mostre, tra cui “Confrater Sum. Confrater Sum – La lunga tradizione dell’Associazionismo Laico-Religioso in Italia”, tenuta a Roma nel 2004 presso la Biblioteca Nazionale Centrale “Vittorio Emanuele II”.
Oltre che insigne studioso, Rigoli era anche un fine bibliofilo e ha collezionato con amore e passione, presso il Complesso Monumentale dello Steri, i documenti confluiti nella Biblioteca specializzata “E. Vittorietti”: qui sono conservati migliaia di volumi, testimonianza della pubblicistica antropologica mondiale inviata, a partire dagli anni Cinquanta del XX secolo, dalla ‘legione’ di studiosi da ogni parte del mondo partecipanti all’annuale “Premio Internazionale di Studi Demoentoantropologici G. Pitrè – S. Salomone Marino”. La Biblioteca custodisce anche collane CIE editore e numerosi fondi bibliografici, fra i quali il Fondo Gaetano Falzone e il Fondo Tindaro Rigoli, oltre a migliaia di Tesi di laurea, preminentemente esito del magistero didattico di Aurelio Rigoli.
Di grande rilievo anche la sua produzione scientifica, di cui si ricorda, soprattutto, il coordinamento delle Edizioni Nazionali delle opere di Giuseppe Pitrè (1985) e delle opere di Salvatore Salomone Marino (1991) per il Ministero della Cultura. Nello studio e nella promozione dell’etnostoria Rigoli era stato a lungo affiancato da Annamaria Amitrano, anche lei docente dell’università di Palermo, scomparsa due anni fa.