Attenti ai borsoni dei rider!

Che ne è della sicurezza e dell’igiene alimentare dei contenitori utilizzati in città per il food delivery? E la bicicletta è idonea a questo genere di trasporto? Una ricerca di Gambero Rosso fa il punto.

Roma – La rivoluzione digitale, com’è noto, sta cambiando la vita e le abitudini dei cittadini. È diventato consueto, ormai, vedere sfrecciare su biciclette, per le strade delle nostre città, col caldo e con la pioggia, i rider con i loro borsoni, per consegnare alimenti e altro a domicilio. Tutti noi, più o meno, infatti, utilizziamo il food delivery (letteralmente “consegna del cibo”) tramite app mobili, siti web o telefono. Ebbene, pare che un borsone di un rider possa contenere fino a 200 colonie di batteri. È il risultato di una ricerca pubblicata da Gambero Rosso – casa editrice specializzata in enogastronomia – sui contenitori utilizzati per il trasporto del cibo dai rider di Glovo, una delle startup più note del settore.

Si tratta di un numero spaventoso, pari al triplo di quello ritenuto inidoneo e trovato sul pavimento di un ristorante durante un qualsiasi controllo! Il regolamento europeo 852, risalente al 2004, ha stabilito i principi e i requisiti generali della legislazione alimentare, nonché istituito l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, fissandone le procedure.

Per il trasporto del cibo della catena delivery, l’igiene e la pulizia dovrebbero essere compiute dai rider stessi. Esiste un’altra normativa europea, il regolamento CE 178/2004 sul controllo e la prevenzione dell’igiene, già introdotto dalla Nasa, l’ente responsabile delle attività aeronautiche e aereospaziali di interesse civile degli USA.

Tutte queste procedure e regolamenti stabiliscono che la temperatura per trasportare alimenti deperibili, per essere consumati caldi, dev’essere tra i 60 e 65°. Mentre per le pietanze fredde di 10°. Inoltre, i borsoni per il trasporto devono essere in possesso di un’attestazione: l’Accord Transport Perissable (ATP), una normativa che regola il trasporto refrigerato a temperatura controllata di derrate alimentari deperibili.

La pandemia ha incentivato l’utilizzo del food delivery tramite app mobili e siti web

Come recitano le disposizioni in materia, per le loro dimensioni i borsoni non potrebbero essere trasportati da biciclette, che sono mezzi di piccole dimensioni. L’azienda ha optato per i contenitori in cartone, perché… sensibile alla sostenibilità ambientale. Intanto potrebbe pagare di più ‘sti poveri cristi, una buona parte extracomunitari e studenti, che scorrazzano in bici per le citta in cambio di paghe irrisorie!

Però la sua… generosità rischia il rovescio della medaglia: i contenitori di cartone sono anche quelli che più subiscono contaminazioni. Tutti questi passaggi, in teoria, sono soggetti ai controllo di vari organi competenti per la sicurezza alimentare, anche per quanto riguarda il “food delivery”.

I servizi veterinari e di igiene degli alimenti delle ASL, i nuclei antisofisticazione dei carabinieri (NAS) e l’ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione e frodi dei prodotti agroalimentari (ICRQF) sono le strutture deputate alla vigilanza dell’igiene alimentare.

Secondo la ricerca di Gambero Rosso, il borsone di un rider può contenere fino a 200 colonie di batteri

Secondo la ricerca a cura di Gambero Rosso, tuttavia, l’accertamento delle condizioni di igiene e salubrità degli alimenti nelle varie fasi di trasporto è carente, se non nullo. Senza voler gettare la croce addosso a nessuno, è noto che in Italia quando si parla di controlli si tergiversa e si temporeggia, nella migliore delle ipotesi, o si è collusi con chi dovrebbe essere sottoposto a verifica, nella peggiore.

Sarà per la burocrazia che rallenta le procedure, per la carenze di personale o quant’altro, sta di fatto che molte aziende fanno il bello e cattivo tempo e quando sentono la parola “controllo” gridano alla persecuzione! Si è voluta la bicicletta e adesso ci tocca pedalare. Siamo stati affascinati dalla cosiddetta rivoluzione digitale, che ha cambiato la nostra vita, e adesso questo è il prezzo da pagare!

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