Gli agenti della polizia di Stato hanno eseguito un’ordinanza di custodia in carcere nei confronti di tre cittadini italiani, presunti responsabili di una violenta aggressione ad un commerciante dopo la chiusura del suo negozio.
Roma – Gli agenti della polizia di Stato del XIV Distretto Primavalle, a seguito di attente e scrupolose indagini coordinate dalla Procura della Repubblica hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere, emessa dal G.I.P. del tribunale, nei confronti di tre cittadini italiani, un 31enne, un 47enne e un 53enne, gravemente indiziati a vario titolo dei reati di tentato omicidio, rapina e porto abusivo d’armi.
L’episodio è avvenuto quando un commerciante, dopo aver chiuso la propria attività, ha preso la sua auto e si è diretto verso casa; mentre era fermo ad uno stop, da un’auto che lo tallonava sono scesi 2 uomini con il volto coperto che, dopo essere saliti repentinamente a bordo della macchina della vittima, hanno iniziato a colpirlo intimandogli di consegnare loro l’incasso. Il malcapitato, nonostante la vista di un coltello e di una pistola che gli veniva puntata alla nuca, si è opposto ed i 2 gli hanno sparato e lo hanno accoltellato ferendolo in più punti. Prima di fuggire con l’incasso e le chiavi dell’auto, proprio a causa della forte resistenza del rapinato, uno dei 2 uomini è rimasto –seppur per breve tempo- con il volto scoperto.
La Polizia Scientifica, durante i rilievi sul luogo del reato, ha repertato il caricatore di una pistola trovato nelle vicinanze dell’auto.
La vittima, dopo aver ricevuto le cure al pronto soccorso per le ferite da arma da taglio e arma da fuoco su braccia e dorso –fortunatamente non fatali-, ha ricostruito la vicenda con i poliziotti ed è stata lei stessa ad indirizzare le indagini verso un 31enne ed un 53enne: il primo, cliente abituale del suo locale, lo aveva visto in faccia quando era riuscito a scoprirgli il volto mentre a tradire il secondo, anch’egli cliente assiduo, era stata la voce.
Le indagini, svolte con attività tecnica e la classica raccolta di testimonianze, hanno permesso di raccogliere ulteriori elementi a carico dei 2 sopra citati e di arrivare all’individuazione di un terzo indagato, ovvero colui che guidava l’auto con cui è stata seguita la vittima.