Antimafia, alle elezioni amministrative “cassati” 23 candidati impresentabili

I nomi specifici non sono stati divulgati: 5 a Taranto, nessuno a Genova. La pulce nell’orecchio agli elettori alla vigilia del voto che coincide con i referendum. Colosimo: “Vigiliamo sulle infiltrazioni mafiose, specie nei contesti a rischio”.

La Commissione Parlamentare Antimafia, presieduta da Chiara Colosimo, ha reso noto che 23 candidati alle elezioni amministrative del 25 e 26 maggio 2025 sono considerati “impresentabili” secondo il Codice di Autoregolamentazione delle candidature e la Legge Severino. Tra i capoluoghi di provincia al voto, Taranto registra 5 candidati impresentabili, mentre Genova non ne presenta nessuno. L’annuncio, riportato da Fanpage.it, sottolinea l’impegno della Commissione nel promuovere liste elettorali trasparenti, con controlli effettuati su tutti i capoluoghi di provincia, i comuni sopra i 50.000 abitanti e quelli sciolti per infiltrazioni mafiose.

I 23 candidati impresentabili sono stati individuati in violazione del Codice di Autoregolamentazione, che considera “impresentabile” chi ha condanne definitive per reati gravi (es. associazione mafiosa, corruzione, estorsione) o procedimenti penali in corso per delitti specifici, come previsto dalla Legge Severino (D.Lgs. 235/2012). A Taranto, i 5 impresentabili sono distribuiti tra le 28 liste presentate per il rinnovo del Consiglio Comunale, che conta 865 candidati (415 donne), come riportato da Sky TG24.

I nomi non sono stati divulgati

I nomi specifici non sono stati divulgati pubblicamente, ma le verifiche si basano su dati forniti dalla Direzione Nazionale Antimafia, procure e tribunali. A Genova, invece, nessuno dei candidati per l’elezione del sindaco e del Consiglio Comunale, né per i nove Consigli Municipali, è risultato in violazione delle norme.
Chiara Colosimo ha dichiarato: “Abbiamo svolto i controlli con rigore, applicando gli stessi criteri del 2024. È un segnale alla politica per scegliere rappresentanti senza ombre.”

La Commissione ha esaminato una platea di migliaia di candidati, concentrandosi su comuni come Taranto, Genova, Ravenna e Matera, oltre a quelli sciolti per mafia. L’elenco dei 23 impresentabili include casi di condanne per reati come traffico illecito di rifiuti, estorsione e abuso d’ufficio, o procedimenti in corso che rendono i candidati incompatibili con cariche pubbliche.

Gli impresentabili a Taranto

A Taranto le elezioni seguono lo scioglimento anticipato del Consiglio Comunale, causato dalle dimissioni di 17 consiglieri su 32, che hanno fatto cadere l’amministrazione di Rinaldo Melucci. I sei candidati sindaco – Piero Bitetti (PD e coalizione), Luca Lazzaro (centrodestra), Francesco Tacente (civiche e Lega), Annagrazia Angolano (M5S), Mirko Di Bello (coalizione Adesso) e Mario Cito (At6-Lega d’Azione Meridionale) – si contendono la guida della città in un clima frammentato. I 5 impresentabili, presenti in liste di supporto, potrebbero influenzare la percezione della campagna elettorale, già segnata da tensioni interne alle coalizioni. Un precedente a Taranto, nel 2022, vide Francesco D’Andria (lista “Taranto Next Generation”) indicato come impresentabile per un procedimento per indebita percezione di utilità.

Gli impresentabili a Genova

Per quanto riguarda invece Genova, la città vede sette candidati sindaco, tra cui Silvia Salis (centrosinistra) e Pietro Piciocchi (centrodestra), in una competizione che coinvolge anche i Consigli Municipali. L’assenza di impresentabili rafforza la credibilità delle liste, ma la Commissione invita a non abbassare la guardia. I controlli hanno riguardato anche i comuni di Orero e Rossiglione, nella provincia genovese.

L’annuncio dei 23 impresentabili, che giunge a pochi giorni dal voto, ha ovviamente riacceso il dibattito sulla qualità delle candidature. A Taranto, dove il 37% degli elettori è ancora indeciso secondo un sondaggio Noto citato da Fanpage.it, la presenza di 5 impresentabili potrebbe spingere gli elettori verso candidati percepiti come più affidabili, come Bitetti (37%) o Lazzaro (21%). Colosimo ha criticato la scarsa prudenza di alcuni partiti, richiamando l’unanimità con cui nel 2022 i partiti rifiutarono di sottoporre le liste alla Commissione prima della presentazione, una prassi che avrebbe potuto evitare imbarazzi.

Rischio infiltrazioni mafiose

Sebbene non comporti l’esclusione automatica dei candidati – salvo naturalmente condanne definitive che attivino la sospensione ex Legge Severino -, l’elenco degli “impresentabili” mette la pulce nell’orecchio agli elettori. A Taranto, il rischio di infiltrazioni mafiose, già evidenziato dallo scioglimento di comuni vicini come Massafra nel 2017, rende cruciale la vigilanza. Le elezioni, con eventuale ballottaggio l’8-9 giugno, coincideranno con cinque referendum abrogativi su lavoro e cittadinanza, aumentando l’attenzione sul voto già influenzato, per questi ultimi, dalle polemiche sollevate dopo l’appello di alcuni politici del centrodestra all’astensionismo.

La Commissione Antimafia, come sottolineato da Colosimo, continuerà a monitorare le tornate elettorali, spingendo per una revisione del Codice di Autoregolamentazione per renderlo più vincolante. Il caso di oggi, che segue i 45 impresentabili del 2024, evidenzia la persistenza di criticità nella selezione dei candidati, soprattutto in contesti ad alto rischio.

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