ANDRA’ TUTTO BENE! CHE SFIGA…

La famosa frase apotropaica dipinta su muri e bandiere non ha sortito effetti benefici. Anzi, al contrario: ha portato sfortuna. Le classiche corna o il gobbetto funzionano meglio e valgono per tutte le ruote. Virus compreso.

Non si conosce chi sia l’autore di questa frase ma i cittadini di alcuni località lombarde, all’inizio dell’emergenza Covid, hanno visto apparire vergata a mano con accanto dei cuoricini la versione italiana della scritta “All shall be well” su alcuni post-it applicati davanti ai portoni delle case, sui citofoni dei condomini o sulle serrande dei negozi. La frase colma di speranza è ben presto diventata un tormentone social, è rimbalzata di bocca in bocca ed è comparsa accanto a colorati arcobaleni su striscioni e cartelli appesi ai balconi, in frasi o titoli di canzoni e in pubblicità televisive. Sicuramente la locuzione voleva essere di buon auspicio mentre venivamo privati della nostra quotidianità e del contatto con i nostri affetti, delle nostre abitudini, delle nostre professioni ma oggi, a distanza di circa due mesi dalla sua comparsa, possiamo affermare senza tema di smentita che niente è andato per il verso giusto. Possono testimoniarlo, sin qui, più di trentamila morti e oltre duecentomila contagiati che hanno fatto emergere le forti criticità del nostro sistema sanitario, spedendolo di gran carriera al collasso.

Per non parlare delle conseguenze economiche e sociali, causate dalla pandemia, che non hanno ancora trovato soluzione definitiva. L’emergenza sanitaria non è ancora finita e quella economico-sociale è appena cominciata, e si va delineando lo scenario disastroso per imprese, commercianti, lavoratori e famiglie. Perché il disastro pandemico ha aperto un crisi nella crisi, una débâcle nella già traballante economia italiana ormai, parliamoci francamente, azzerata.

In questo catastrofico scenario molti di noi cominciano ad essere stanchi di sentirsi ripetere, quasi come una sorta di mantra, che “andrà tutto bene” e gli arcobaleni stanno sparendo dai balconi e finestre. Da ballatoi e saracinesche. Forse all’inizio lo abbiamo pensato, creduto, sperato ma oggi di fronte alle grandi difficoltà che ci tocca affrontare, in tutti i settori, l’ottimismo è venuto meno.

Perché bisogna essere realisti di fronte a una iattura sconosciuta contro la quale si è proceduto a tentoni, spesso sotto la spinta di chi diceva si trattasse solo di un’influenza, e di chi ancora negava l’evidenza per affrettare le riaperture, per motivazioni che erano solo economiche. E’ stato detto tutto e il contrario di tutto da parte di politici, professionisti, esperti, scienziati che sono arrivati a smentire sé stessi. Un delirio che ancora non è finito. “Andrà tutto bene” sembra ormai una sterile frase fatta, un sorta di oltraggio a quei poveri morti che non siamo riusciti a proteggere, ancor più quelli, anziani e indifesi, ospiti delle residenze Sanitarie, ai quali non è stato concesso neppure un ultimo saluto dei congiunti sul letto di morte né un degno funerale.

Un’offesa per chi, a causa della pandemia, non riesce a soddisfare nemmeno le esigenze primarie ed è costretto a ricorrere agli ammortizzatori sociali che tardano ad arrivare. Un insulto per quelle persone impossibilitate ad uscire anche solo per i bisogni essenziali perché costrette a preservare loro stessi o i familiari che assistono malati o disabili. Una tegola in testa agli imprenditori e agli autonomi che non sanno quando, e se, potranno riprendere il loro lavoro anche in settori finora considerati privilegiati come arte, spettacolo, televisione, sport . Al danno si aggiunge la beffa perché non solo non è andato tutto bene ma, al contrario, è andato tutto male. Al di là degli slogan negli ospedali si continua a morire in solitudine nonostante gli sforzi del personale sanitario. Stiamo per passare alla fase 3.

E’ venuto il momento di mettere da parte il falso ottimismo, non dobbiamo né possiamo piangerci addosso. Dobbiamo rispettare le regole e tentare di fare andare le cose per il verso giusto. Ipotizzando che la pandemia potrebbe riscattarsi con un colpo di coda e farci tornare in isolamento.

Andrà tutto bene? Anche no.

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