La ricerca “Domani (Im)possibili” mostra una fotografia tragica: in cima alle aspettative di quasi tutti i giovani c’è un lavoro stabile.
Roma – In Italia più di 100mila ragazze e ragazzi tra i 15 e i 16 anni, quasi uno su 10 (9,4%), vivono in
condizioni di povertà e il 67,4% di loro teme che il futuro lavoro non gli permetterà di uscirne contro il 25,9% degli adolescenti che non vive condizioni di deprivazione, mentre più di uno su quattro pensa che non concluderà la scuola a fronte dell’8,9% dei coetanei. Sono alcuni dati della ricerca Domani (Im)possibili di Save the Children, presentata oggi a Roma all’Acquario Romano all’apertura di “Impossibile 2024 – Costruire il futuro di bambine, bambini e adolescenti. Ora”, la biennale sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza dell’organizzazione a cui è stata conferita la medaglia del Presidente della Repubblica.
L’indagine mostra come in Italia siano i giovani ad essere maggiormente colpiti dalla povertà, a causa di una grave ingiustizia generazionale. Le testimonianze dei ragazzi e delle ragazze, intervistati durante l’indagine, mettono in luce che questa condizione di privazione non solo influisce sul loro presente, ma limita anche le loro prospettive per il futuro. All’interno, anche una ricerca curata insieme all’Ufficio studi di Caritas Italiana, sui nuclei familiari con bambini tra 0 e 3 anni in condizione di povertà assistiti dalla rete. Secondo gli ultimi dati Istat, nel 2023 erano 1,3 milioni i minorenni in povertà assoluta in Italia, pari ad un bambino su 7. Ad integrare questi dati, si inserisce l’indagine di Save the Children, appunto.
Dei ragazzi intervistati, il 17,9% afferma che i genitori hanno difficoltà a sostenere le spese cibo, vestiti e bollette. Il 7,6% vive in case senza riscaldamento o con il frigo vuoto, il 6,4%. Il15,1% rinuncia a uscire, e una percentuale simile, cioè il 16,2%, rinuncia a fare sport, in quanto attività troppo costose. E ancora, c’è chi non fa vacanze di più giorni per motivi economici, una condizione che riguarda il 30,8%, mentre c’è un 11,6% ammette di non poter comprare un paio di scarpe nuove anche se ne ha bisogno. Questa condizione di povertà e deprivazione materiale, “porta inevitabilmente con sé ansie e angosce generate dalle privazioni stesse”.
Il 37,7% degli adolescenti vede i propri genitori spesso o sempre preoccupati per le spese e il 9% racconta che chiedono aiuto ad amici e familiari o prestiti. Ciò porta i ragazzi a prendersi delle responsabilità, volendo aiutare la famiglia ad affrontare le spese, situazione che riguarda quasi un minore su due, il 43,7%, che cerca di risparmiare e non chiedere soldi per spese non indispensabili. Tra questi, il 18,6% svolge qualche attività lavorativa, ma uno su due ha meno di 16 anni. La ricerca “Domani (Im)possibili” mostra che la povertà materiale e educativa sono strettamente collegate. Molti minori non hanno a disposizione le risorse necessarie per studiare da casa, come per il 15% degli adolescenti intervistati che non dispone di uno spazio tranquillo, l’8,8% di una scrivania e l’8,4% di uno smartphone.
Inoltre, mancano aree verdi per il 24,2% degli intervistati, insieme agli spazi di aggregazione, luoghi dove fare sport e servizi come biblioteche e cinema. Il 36,6% dei ragazzi e ragazze si sentono insicuri a uscire da solo nel suo quartiere, ma la situazione è difficile anche per spostarsi con i mezzi pubblici in altri comuni. Ma quali sono le loro aspettative? In cima alle aspirazioni dei 15-16enni intervistati c’è un lavoro stabile per il 94,2%, che permetta loro di guadagnare il giusto per provvedere ai bisogni materiali propri e della famiglia (91,5%) e che sia gratificante e in linea con i propri interessi. Altrettanto importante, per il 93,1% è il desiderio di avere in futuro una famiglia dove ci si vuole bene, una casa confortevole (93%) e buoni amici con tempo da dedicargli (90,4%) e per molti, il 79,4%, avere dei figli ed essere un buon genitore.