Alberto Trentini

Alberto Trentini chiama da Caracas dopo 181 giorni: “Sto bene, spero di tornare presto”. La mamma: “Sentirlo ci ha dato forza”

Il cooperante detenuto in Venezuela con l’accusa di cospirazione è riuscito a telefonare alla famiglia dopo 181 giorni di silenzio. La signora Armanda: “Bisogna liberarlo presto, scriverò a Maduro”.

Dopo 181 giorni di silenzio, Alberto Trentini ha finalmente potuto telefonare alla sua famiglia dall’isolamento carcerario in Venezuela. La notizia, riportata da La Repubblica e rilanciata immediatamente dalla legale della famiglia, l’avvocata Alessandra Ballerini, rappresenta un momento di grande sollievo per parenti, amici e sostenitori del cooperante veneziano arrestato il 15 novembre 2024.

Nella chiamata, Trentini ha rassicurato i suoi cari: “Sto bene, mangio, prendo le medicine, spero di tornare presto a casa”. Un messaggio semplice, ma potentissimo, che riaccende la speranza dopo oltre sei mesi di assoluto silenzio e nessun contatto diretto. La mamma di Alberto, la signora Armanda, ha commentato a Repubblica: “Sentire Alberto ci ha dato forza, bisogna fare presto a liberarlo, scriverò a Maduro”.

Il caso: arrestato in Venezuela con l’accusa di cospirazione

Il cooperante, originario di Venezia e attivo in progetti umanitari, è detenuto in Venezuela con l’accusa di cospirazione. Da quanto emerso finora, si sospetta che il suo arresto rientri nella strategia nota come “diplomazia degli ostaggi“, una pratica con cui il regime di Nicolás Maduro esercita pressioni sui governi occidentali per ottenere legittimazioni o concessioni diplomatiche. L’Italia, in particolare, non ha riconosciuto l’esito delle elezioni venezuelane del 2024, considerate prive di garanzie democratiche.

Le parole del governo italiano

Pieno di speranza il commento del viceministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Edmondo Cirielli, che ha dichiarato: “A nome del governo italiano, esprimo sollievo per la prima telefonata di Alberto Trentini ai suoi familiari dopo 181 giorni di detenzione nelle carceri venezuelane. Questo passo in avanti è frutto di un lungo lavoro di mediazione diplomatica. Ringrazio nuovamente Nicolás Maduro per l’interessamento e auspico che si possa giungere a una rapida scarcerazione del connazionale”.

Il contatto telefonico sembra dunque frutto di una lunga e delicata attività diplomatica, analoga a quella che ha permesso, dieci giorni fa, la liberazione e il rientro in Italia dell’imprenditore italo-venezuelano Alfredo Schiavo.

Un primo spiraglio verso la liberazione?

La telefonata rappresenta una prima, concreta apertura che lascia sperare in una possibile scarcerazione imminente di Alberto Trentini. La sua vicenda è divenuta un caso emblematico del delicato equilibrio tra politica estera, diritti umani e relazioni diplomatiche.

La famiglia e la rete di attivisti che in questi mesi hanno chiesto a gran voce chiarezza sul caso Trentini restano in attesa, ma con un nuovo spirito: la speranza, finalmente, ha una voce.

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