La consulenza, che si basa su analisi dattiloscopiche avanzate, sostiene che si tratta di un “contatto palmare intenso, non compatibile con una normale discesa per le scale”.
Pavia – Una nuova consulenza tecnica, commissionata dalla difesa di Alberto Stasi, riporta alla ribalta il caso dell’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007 a Garlasco (Pavia). Secondo quanto reso noto attraverso i social del Tg1, l’impronta palmare trovata accanto al cadavere di Chiara, intrisa di sudore e sangue, sarebbe attribuibile ad Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, Marco Poggi, e unico indagato nella nuova inchiesta riaperta quest’anno. La consulenza, che si basa su analisi dattiloscopiche avanzate, sostiene che si tratta di un “contatto palmare intenso, non compatibile con una normale discesa per le scale,” rafforzando l’ipotesi della difesa di Stasi che Sempio possa essere coinvolto nel delitto.
Chiara Poggi, 26 anni, fu trovata morta nella villetta di famiglia in via Pascoli a Garlasco, colpita a morte con un oggetto contundente mai identificato. Il suo fidanzato, Alberto Stasi, è stato condannato in via definitiva nel 2015 a 16 anni di carcere per l’omicidio, ma ha sempre proclamato la propria innocenza. Attualmente è in regime di semilibertà. L’impronta in questione, catalogata come traccia 33, fu repertata nel 2007 dai RIS di Parma sul muro delle scale che conducono alla cantina, dove fu trovato il corpo di Chiara. All’epoca, i RIS la ritennero “non leggibile né comparabile” e esclusero la presenza di sangue, con un “combur test” dubbio e un “Obti test” negativo. Tuttavia, nuove tecniche scientifiche applicate nel 2020 e nel 2025 hanno permesso di rivalutare la traccia, identificandola come compatibile con il palmo della mano destra di Sempio, con 15 punti di contatto dattiloscopico, ben oltre i 12 necessari per un’attribuzione certa, secondo la consulenza della Procura e della difesa di Stasi.
Secondo i consulenti della difesa di Stasi, citati dal Tg1, l’impronta 33 non è il risultato di un contatto casuale, come potrebbe essere quello di una persona che scenda le scale appoggiandosi al muro. La sua posizione, “molto in alto” sulla parete destra, e la presenza di sudore e sangue suggeriscono un’azione intensa, compatibile con un momento di violenza.