ospedale cervello palermo

Aggressione-choc all’ospedale di Palermo: infermiere (quasi) strangolato, un’intera famiglia denunciata

Violenta aggressione al pronto soccorso dell’ospedale Cervello di Palermo: infermiere strangolato e guardia giurata colpita. Denunciati marito e figli di una paziente.

Palermo – Un altro gravissimo episodio di violenza si è consumato nella serata di ieri al pronto soccorso dell’ospedale Vincenzo Cervello di Palermo. Una guardia giurata e un infermiere sono stati brutalmente aggrediti dai familiari di una paziente: il marito e i tre figli, in preda al panico, si sono scagliati contro il personale sanitario, colpendo a calci e pugni la guardia e cercando di strangolare l’infermiere.

A riportare la calma, dopo interminabili minuti di tensione e danni all’area d’emergenza, è stato l’intervento tempestivo degli agenti della polizia di Stato, appartenenti all’Ufficio prevenzione generale e al commissariato San Lorenzo. I quattro aggressori sono stati identificati e denunciati per lesioni a pubblico ufficiale.

La dinamica: l’ansia si trasforma in violenza

Secondo una prima ricostruzione, la donna era stata ricoverata d’urgenza in gravi condizioni. Non ricevendo risposte dalla paziente – che in realtà stava riposando – i familiari hanno temuto il peggio e, convinti che fosse morta, hanno iniziato a inveire contro i sanitari. La situazione è rapidamente degenerata: all’intervento dell’addetto alla vigilanza, i quattro lo hanno aggredito fisicamente, mentre l’infermiere è stato afferrato per il collo e quasi strangolato.

Reazioni e condanne: “Violenza inaccettabile”

«Mi sono recata in ospedale per verificare personalmente quanto accaduto – ha dichiarato il direttore sanitario, Marilù Furnari –. È inaccettabile che i nostri dipendenti, sempre in prima linea per salvare vite, vengano aggrediti con tale brutalità».

Durissima anche la posizione del presidente dell’Ordine degli Infermieri di Palermo, Antonino Amato: «Serve subito un piano di sicurezza efficace per tutti i pronto soccorso della provincia. Non è ammissibile che chi garantisce assistenza, spesso in condizioni critiche e con personale ridotto, debba rischiare la vita. Chiediamo l’installazione di sistemi di videosorveglianza, più forze dell’ordine negli ospedali e percorsi formativi per la gestione delle emergenze».

Anche il sindacato Fials, con Giuseppe Forte, Antonino Ruvolo e Giovanni Cucchiara, esprime «massima solidarietà ai lavoratori aggrediti» e chiede l’applicazione rigorosa della normativa contro le aggressioni al personale sanitario.

Nursind e UGL: “Servono body cam e presidi di polizia”

Duro anche l’intervento del Nursind Palermo: «Non è più tollerabile che gli operatori sanitari debbano pagare con la propria salute i ritardi del governo nel proteggere chi lavora in trincea – scrivono Aurelio e Alfredo Guerriero, insieme a Fabrizio Bilello e ai rappresentanti RSU –. Servono presidi di polizia stabili nei pronto soccorso».

Infine, la UGL Salute, con i segretari Gianluca Giuliano e Franco Scaduto, lancia un appello: «Dotare subito tutti gli operatori sanitari di body cam e braccialetti antiviolenza. Non aspettiamo la prossima vittima per intervenire».

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