Adunata degli Alpini, dagli altoparlanti parte “Faccetta Nera”. Il Pd insorge: “Insulto alla memoria” [IL VIDEO]

Durante la manifestazione, trasmessa la canzone simbolo del colonialismo fascista. Il video finisce sui social e diventa virale, bufera politica: “Non si confonda l’onore degli Alpini con la propaganda del regime”.

Biella – Una nota stonata, e profondamente divisiva, ha rovinato l’atmosfera dell’Adunata nazionale degli Alpini a Biella. Nella serata di sabato, dalle casse audio in via Gramsci, è stata trasmessa “Faccetta Nera”, uno dei canti simbolo del regime fascista e del colonialismo italiano in Africa.

La scena, documentata da un video circolato sui social, mostra decine di persone – alcuni con il cappello con la penna nera – intonare il brano, senza alcuna apparente reazione da parte degli organizzatori. La diffusione delle immagini ha immediatamente suscitato polemiche e indignazione.

A denunciare l’accaduto è il Partito Democratico di Biella, con una nota firmata da Elisa Francese, della segreteria provinciale, e Andrea Basso, segretario del circolo cittadino: “Il canto fascista che celebra gli orrori del colonialismo del duce non ha nulla a che vedere con quanto stiamo celebrando in questi giorni. In questa nostra città, è un insulto alla memoria”.

Il video virale in cui si sente suonare la canzone fascista

Il riferimento è alla storia antifascista di Biella, medaglia d’oro al valor militare per la Resistenza: “L’Adunata – ricordano i due esponenti dem – si è aperta con la presentazione di un libro sulla partecipazione degli Alpini alla Resistenza e, venerdì mattina, durante l’alzabandiera, sono state ricordate le ragioni del riconoscimento conferito alla città dal Presidente Sandro Pertini. Anche l’ANA, l’Associazione Nazionale Alpini, ha ricevuto innumerevoli onorificenze per il suo ruolo nella lotta di liberazione”.

“Ci attendiamo – concludono Francese e Basso – che su questo episodio non ci siano distinguo politici. Non si può tacere di fronte a chi offende la storia e i valori costituzionali con richiami nostalgici a un passato criminale”.

Un episodio già condannato in passato

Non è la prima volta che durante eventi o raduni pubblici la diffusione di canti o simboli legati al fascismo genera reazioni e richieste di interventi normativi più stringenti. L’episodio di Biella riaccende il dibattito sulla tolleranza verso apologie del regime, anche in contesti di festa popolare.

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