Internet e i social hanno accelerato il fenomeno, il 37% è caduto nella spirale online tra i 14 e i 19 anni. Una vera e propria patologia.
Roma – Gli adolescenti sono facili prede del “gioco d’azzardo”. Il fenomeno, che miete tante vittime tra persone di ogni età, è noto da tempo. Con Internet e i social, il problema si è accentuato, soprattutto tra i giovanissimi. Trattandosi di una vera e propria dipendenza e come tale andrebbe curata, forse è il momento di sostituire il termine gioco con “giogo”. È questa, infatti, la condizione che si viene a creare quando si entra nella spirale. Una patologia che oltre a sconvolgere la vita della vittima, provoca enormi danni economici e problemi familiari. È come trovarsi catapultati in un vicolo cieco, senza vie di fuga e alla lunga, si può arrivare a gesti estremi come il suicidio. Anche quando non si arriva a questo punto, si tratta, comunque, di vite spezzate, lacerate, le cui ferite, forse, non si rimargineranno mai.
A fare un’analisi approfondita del problema sono state “Avviso Pubblico“, una rete di enti locali la cui missione è la cultura della legalità e della cittadinanza responsabile, con la collaborazione di BPER Banca (Banca Popolare dell’Emilia-Romagna). Hanno realizzato il progetto “La trappola dell’azzardo” orientato alla prevenzione della dipendenza e all’emersione del fenomeno, che tra l’opinione pubblica appare sottostimato. Il giro d’affari riguarda cifre inverosimili, in continuo crescendo dalla pandemia. Si tratta di 111,7 miliardi spesi nel 2021, 136 nel 2022 e 150 nel 2023. Il “giogo online” ha avuto una forte impennata, tanto da diventare il più diffuso.
Dal punto di vista geografico, un primato certamente non invidiato è stato raggiunto dalla Campania, in questo caso “non più…felix“. A ruota seguono Lombardia, Sicilia e Lazio. È inquietante il fatto che a essere stretti, come una morsa, dai tentacoli di quella che è una vera e propria piovra, sono i ragazzi e i giovani. Nella rete sono caduti anche personaggi famosi, come è successo ad alcuni giovani calciatori di successo, Nicolò Fagioli, Sandro Tonali e Nicolò Zaniolo.
Il numero elevato di giovanissimi può essere spiegato, anche, dalla loro abilità con le tecnologie rispetto ai più grandi. Questi dati sono stati suffragati anche da uno studio a cura di Nomisma, una società di studi economici di Bologna, da cui risulta che il 37% di ragazzi tra 14 e 19 anni ha giocato d’azzardo nell’ultimo anno. Le tipologie di gioco preferite sono risultate: i casinò games (poker, roulette e slot machines virtuali), poi le scommesse sportive. Un dato allarmante è che stanno emergendo tipologie che sono l’ “humus” ideale per il giovanissimi, ovvero social network e gaming (giocare ai videogiochi). A testimoniare ciò, è il successo di influencer e creator non ancora maggiorenni che invogliano altri coetanei a giocare online, spinti dal miraggio del guadagno facile.
Qualunque essa sia la tipologia di gioco, un fatto è acclarato: ossia il meccanismo è sempre lo stesso, sempre più perverso. Si raddoppia sempre di più la posta, perdendo cifre notevoli e il meccanismo si ripete all’infinito. Chi è afflitto da questa patologia, deve essere curato in appositi centri con esborsi notevoli per il Servizio Sanitario Nazionale, quindi per il cittadino. A livello legislativo in Italia è stato approvato il Decreto Dignità, nel 2018, con cui viene vietata in qualsiasi forma l’azione di sponsorizzare ogni attività legata al gambling, al gioco, a prescindere dai media. Ma sembra più una dichiarazione d’intenti, visto che si può continuare a giocare dappertutto ed in ogni modo, con i risultati che si vedono.