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Elon Musk difende Salvini sul caso Open Arms: “Scandaloso che sia a processo”

L’Ad di Tesla si schiera col vicepremier, allora ministro dell’Interno: “Ha fatto rispettare la legge”. Il leader della Lega lo ringrazia.

Roma – Elon Musk si schiera con Matteo Salvini sul caso Open Arms, che si è abbattuto su di lui quando ricopriva la carica di ministro dell’Interno. “E’ scandaloso che sia sotto processo per aver fatto rispettare la legge”, ha scritto su X l’amministratore delegato di Tesla. Lo ha fatto commentando un post sul leader della Lega dell’opinionista olandese Eva Vlaardingerbroek, la quale sosteneva come “a differenza di altri al potere, Salvini non si è limitato a promettere un blocco navale per fermare le migrazioni di massa, ma lo ha effettivamente fatto e ora è sotto processo per questo. Persone disposte a pagare il prezzo e ad anteporre i propri principi alla politica sono esattamente ciò di cui abbiamo bisogno in Europa”.

I ringraziamenti del vicepremier non si sono fatti attendere. “Rischio 15 anni di carcere per aver difeso, da ministro dell’Interno, i confini, l’onore e la dignità del mio Paese. Sto affrontando il processo a testa alta, orgoglioso di quello che ho fatto”, ha scritto a sua volta su X il ministro dei Trasporti in risposta al tweet del patron di Tesla parlando del processo per sequestro di persona nel caso Open Arms. “Credo che il nostro Paese non sarà pienamente libero, democratico e sviluppato senza una riforma profonda e urgente del sistema giudiziario. Vale la pena ricordare, però, che tutti i partiti di sinistra hanno incredibilmente votato per mandarmi a processo, forse pensando di potersi liberare politicamente di me. Ma non mi fermeranno”, ha infine aggiunto Salvini in un altro post.

Matteo Piantedosi

Testimone al processo, anche il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, all’epoca dei fatti capo di gabinetto di Salvini: “Il ministro dà la linea politica, il capo di Gabinetto adotta i provvedimenti da eseguire”: è questo uno dei passaggi della testimonianza del titolare attuale del Viminale ascoltato nel processo Open Arms a metà febbraio. Il vice premier risponde infatti di sequestro di persona perché avrebbe trattenuto senza fornire autorizzazione allo sbarco 147 persone a bordo della nave della Ong spagnola. Il leader del carroccio è, però, imputato anche di rifiuto d’atti d’ufficio.

Ma se Salvini non era responsabile del provvedimento amministrativo, pur avendolo indirizzato con l’orientamento politico, potrebbe non risultare responsabile perlomeno della seconda imputazione. Piantedosi ha testimoniato nell’aula bunker dell’Ucciardone per quasi 4 ore e ha in sostanza caricato su di sé la responsabilità degli atti amministrativi, seppur sotto l’indicazione politica dell’allora ministro dell’Interno.  Ha poi chiarito quale fosse l’indirizzo politico voluto dal leader del Carroccio, ed è su questo che si concentra un altro passaggio chiave della sua deposizione: “L’indirizzo politico era noto: avere rigore nei confronti di tutto quello che poteva avere a che fare con l’ingresso irregolare”. Il decreto di divieto di ingresso nelle acque italiane aveva lo scopo di contrasto all’immigrazione clandestina.

Secondo Giulia Bongiorno, avvocata di Matteo Salvini, Piantedosi “ha evidenziato non solo l’estrema correttezza dell’operato del ministro dell’Interno ma finalmente in modo chiaro ha definito la linea di demarcazione che esiste tra chi si deve occupare di eventuali problemi di salute, incolumità, igiene e chi si deve occupare di sicurezza. Quindi le valutazioni di sicurezza, diamo o no il possono superate quando ci sono problemi di salute: se i migranti fossero stati male sarebbero scesi”.

Critico invece il fondatore di Open Arms Oscar Camps. “È dignitoso per un ministro di una repubblica democratica costringere 160 persone vulnerabili, tra cui donne e bambini, ad aspettare 19 giorni prima di poter ricevere le cure necessarie nel porto di sbarco più vicino? Noi pensiamo di no”, aveva scritto su X. Salvini, nelle sue dichiarazioni spontanee rese a gennaio in Aula, aveva sottolineato “Io tutelavo la sicurezza nazionale, come dimostra il fatto che almeno tre episodi delittuosi in Francia, Germania e Belgio sono imputabili a persone sbarcate a Lampedusa”, ha affermato attaccando indirettamente Luciana Lamorgese, che poi prese il suo posto al Viminale.

E ancora, quella sulle politiche migratorie tra il 2018 e il 2019 “era una operatività condivisa dall’intero governo” ha detto il leader della Lega. E poi rivolgendosi al Presidente del collegio Roberto Murgia ha spiegato: “Mai mi sentirà dire: ‘non è mia responsabilità la politica migratoria’, quello che ho fatto l’ho fatto in piena coscienza, ritengo di avere fatto un servizio utile al paese. Mi faccio coscientemente carico di quello che abbiamo fatto con risultati assolutamente mai raggiunti, né prima né dopo, non solo in termini di contrasto al traffico di esseri umani ma in termini di vite salvate. Negli anni 2018 e 2019, l’oggettività ci fa dire che si è ridotto il numero di morti e dispersi in mare come mai era accaduto prima e dopo. Il mio obiettivo non era solo difendere la sicurezza nazionale ma anche vite umane”.

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