Si è spento a 90 anni. La sua ricetta resta un’icona della tradizione pugliese e un simbolo riconosciuto a livello mondiale.
Bari – La Puglia piange la scomparsa di Vincenzo Francavilla, lo chef novantenne che negli anni ’60 creò uno dei piatti simbolo della tradizione culinaria barese: gli spaghetti all’assassina. Francavilla si è spento lunedì 16 dicembre, lasciando un’eredità gastronomica che ha conquistato palati ben oltre i confini italiani.
L’origine della leggenda
La storia degli spaghetti all’assassina nasce nel 1967, nella cucina del ristorante barese “Al Sorso Preferito”, ancora oggi considerato il tempio di questa ricetta. Una sera, racconta la leggenda, Francavilla improvvisò un piatto per due clienti campani giunti tardi e desiderosi di un primo gustoso. Lo chef preparò degli spaghetti al pomodoro, resi unici dalla croccantezza bruciacchiata e dal gusto deciso del peperoncino.
Il nome del piatto deriva proprio dalla reazione dei commensali, che dopo averlo assaggiato esclamarono: «Chef, lei è un assassino!». Da quel momento, la ricetta è diventata una tradizione e un simbolo della cucina pugliese.
Un piatto famoso nel mondo
Gli spaghetti all’assassina, oggi conosciuti anche come killer pasta, hanno trovato notorietà internazionale grazie a menzioni illustri. Tra queste, un articolo del New York Times e un episodio della serie “Stanley Tucci: Searching for Italy”, in cui l’attore e gastronomo ha assaggiato il piatto, elogiandolo come una delle massime espressioni della cucina barese.
L’assessore Pietro Petruzzelli ha ricordato Francavilla con un tributo commosso: «Gli spaghetti all’assassina sono diventati di moda, ma sempre buonissimi e sempre più uno dei simboli della nostra città. Grazie, Enzo Francavilla, che la terra ti sia lieve».