Accusata di essere al servizio dei clan della ‘ndrangheta, suor Anna Donelli torna libera

Coinvolta in un’inchiesta della Procura di Brescia e finita ai “domiciliari”, il tribunale del Riesame ha deciso di revocarle la misura cautelare.

Brescia – Suor Anna Donelli, arrestata il 5 dicembre con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa e sottoposta agli arresti domiciliari, è tornata libera. nelle scorse ore, infatti, il tribunale del Riesame ha deciso di revocare la misura cautelare, inizialmente convalidata il 21 dicembre dal Gip.

La religiosa, 57 anni, conosciuta per il suo impegno nel volontariato carcerario, era finita sotto inchiesta nell’ambito di un’indagine della Procura di Brescia che aveva portato all’arresto di 25 persone, accusate di appartenere a un’associazione ‘ndranghetista radicata nel territorio. Gli inquirenti sostengono che suor Donelli avesse rapporti stretti con membri della famiglia Tripodi, considerati figure apicali del clan.

Secondo le accuse, la suora delle Suore della Carità si sarebbe “messa a disposizione del gruppo criminale per agevolare i contatti con i detenuti affiliati“. Donelli, infatti, svolgeva da anni attività di volontariato nelle carceri, tra cui quella di San Vittore a Milano e altri istituti nel Bresciano. In una delle intercettazioni agli atti, i Tripodi avrebbero definito la religiosa “una dei nostri”.

Durante l’interrogatorio di garanzia, durato oltre due ore e mezza, suor Donelli aveva respinto ogni accusa, fornendo una sua versione dei fatti. Il suo legale aveva dichiarato: “Ha negato categoricamente e ha dato spiegazioni, in particolare riguardo alle intercettazioni. Non è lei a parlare, è stata tirata in ballo dalle millanterie dei Tripodi“.

Nonostante ciò, il Gip aveva confermato la misura cautelare dei domiciliari. Tuttavia, il tribunale del Riesame ha successivamente accolto il ricorso presentato dalla difesa, consentendo alla religiosa di tornare in libertà, in attesa del processo.

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