Nonostante siano state molte le promesse ricevute dalle istituzioni, la cittadinanza del quartiere San Fiorano continua a lamentare disturbi al limite del sopportabile. Tra male odori, fastidi fisici di presunta origine chimica e incessanti rumori, a pagare le conseguenze sembrano essere principalmente i cittadini, troppo spesso estromessi dai tavoli decisionali comunali. Dal maggio del 2019 gli abitanti più combattivi del quartiere hanno convenuto sulla necessità di dotare la loro protesta di una struttura maggiormente solida: fondando il Comitato Cambiamo Aria sono riusciti a ricoprire un ruolo attivo nelle politiche locali dirette sul territorio, dando, così, alle loro lotte una più alta risonanza. “Il Comitato nasce con l’intento di salvaguardare la salubrità dell’aria del territorio circostante il sito della Tagliabue Gomme – asserisce il portavoce del gruppo. La natura stessa di questa organizzazione è da ricercare nella necessità di intraprendere azioni più incisive e tempestive per la tutela dei cittadini e dell’ambiente. Più volte ci è stato detto che fino a quando non ci saremmo costituiti effettivamente in un comitato registrato, nessuno mai ci avrebbe dato attenzione.”
A dir la verità le proteste dei cittadini hanno avuto origine ben prima del maggio 2019: già nel 2017 alcuni residenti avevano esposto, in veste privata, le problematiche agli organi di competenza. Queste segnalazioni però erano troppo fluide, poco efficaci. C’era bisogno di coadiuvare i malcontenti. “I primi disturbi olfattivi risalgono a luglio 2017, ma non erano ancora continui. Dal luglio 2018, in concomitanza dell’acquisizione da parte della Tagliabue Gomme della struttura di via Petrarca, la situazione è degenerata. In poco tempo l’area di stoccaggio è stata sommersa di pneumatici totalmente scoperti e privi di ogni sistema antincendio. Con essi l’odore di gomma ha iniziato a diffondersi per l’intero quartiere. Nelle giornate estive l’odore e talmente forte che si propaga fino al centro città. La paura è tanta, alcuni di noi hanno contattato anche dei ricercatori universitari per informarsi in merito alla possibilità di sviluppare malattie come il cancro. Per non parlare del costante timore che scoppi un incendio: molte case distano poche decine di metri dall’area di stoccaggio, non ci sarebbe scampo. Abbiamo dovuto formare il Comitato in quanto prima di esso le istituzioni locali non davano seguito alle nostre lamentele come privati cittadini. Se nel settembre 2018 i Vigili del Fuoco sono arrivati a certificare alla Prefettura e al Sindaco l’effettiva mancanza di un attestato valido ai fini antincendio da parte della Ditta, esprimendo, inoltre, rimarcate preoccupazioni in merito al conseguente pericolo di inquinamento ambientale, il merito è in buona parte anche nostro.”
L’impegno del Comitato non è stato però recepito di buon grado a tutti i livelli. In varie occasioni l’operato del gruppo si è dovuto imbattere in rallentamenti di natura burocratica, che hanno, di fatto, allontanato la risoluzione del problema. “Più volte ci siamo sentiti abbandonati o presi in giro. All’inizio quasi tutti gli organi di tutela che contattavamo ci indirizzavano ad altri enti come in una continua catena di Sant’Antonio. In alti casi hanno persino risposto che essendo un problema circoscritto ad un determinato quartiere non poteva rappresentare il fulcro del programma politico comunale; in altri ancora ci hanno detto che strumentalizzavamo il problema in chiave politica. Noi in realtà vogliamo unicamente smettere di convivere quotidianamente con questo sentimento di paura. Vari sono stati i gruppi politici che hanno millantato interesse per la vicenda. Quasi tutti, però, hanno fornito solo un supporto morale, nulla di concreto. Ci sentiamo abbandonati dalla politica. Probabilmente ad essere stati strumentalizzati siamo stati noi, non il contrario.”
Nonostante il sito di stoccaggio fosse risultato non conforme al regolamento, i provvedimenti verso la ditta sono risultati blandi.
“Dopo vari tavoli tra Comune e Tagliabue, ai quali noi non siamo né stati invitati né stati informati, ci viene riferito dalle autorità locali che non si poteva imporre la chiusura del sito, anche perché trattandosi di pneumatici nuovi e non di rifiuti, la ditta non era tenuta a liberare l’area. Ciò avrebbe causato un perenne dispiegamento di un enorme numero di gomme inerti sul piazzale del sito, quindi un danno maggiore.”
Il compromesso tra le Istituzioni, Ditta e il Comitato non sembra di facile riuscita. Al contrario, con il passare del tempo le problematiche avvertite dalla popolazione aumentano e diventano sempre più opprimenti. “Ad agosto 2019, oltre ai disagi già presenti se ne manifesta uno ulteriore: l’inquinamento acustico. La notte qui è un inferno. La ditta, a seconda dell’entità delle commesse, prepara i carichi per la distribuzione giornaliera di gomme durante le ore notturne. Per facilitare il lavoro gli operai utilizzano dei muletti con il supporto in ferro che vanno avanti e indietro senza sosta producendo un rumore frastornante. Quasi sempre suonano allarmi di dubbia provenienza che impediscono il sonno. Siamo stati costretti a rivolgerci ad un legale per riuscire a relazionarci direttamente con la dirigenza della Tagliabue, ma ci siamo trovati davanti un muro di negazioni.”
La cittadinanza di San Fiorano rimane in attesa del responso sulla qualità dell’aria attualmente in lavorazione nei laboratori dell’ARPA (Agenzia regionale per la protezione ambientale). La possibilità che la verifica ambientale effettuata dall’ARPA dia esiti preoccupanti non risulta per niente remota. Le segnalazioni di sintomi influenzali, quali nausea e giramenti di testa, sono in costante aumento. Potrebbe, dunque, esistere un nesso tra gli agenti chimici rilasciati dell’area di stoccaggio a i frequenti malanni lamentati dalla popolazione?
Se così sarà il Comune dovrà ricorrere immediatamente ai ripari evitando che la diffusione si estenda nelle aree circostanti. Il Comitato, inoltre, smentisce le voci che davano per certa l’intesa maturata a seguito di un incontro tra i legali del Comitato stesso e della Tagliabue Gomme. “Non c’è stato alcun compromesso.” Afferma il portavoce dell’organizzazione cittadina. L’aria a Villasanta continua ad essere estremamente tesa e pesante, nessuna delle due parti sembra disposta a cedere, e nel frattempo mancano poche ore per i risultati ambientali. Cosa succederà?