Diverse le reazioni alla manifestazione al Politecnico. Il Rettore: “Solo messaggi di pace”. Da Fi e FdI l’accusa: “Un brutto spettacolo”.
Torino – Tensioni all’esterno del Politecnico piemontese, dove un gruppo di studenti ha protestato contro la presenza del ministro degli Esteri Antonio Tajani alla cerimonia di inaugurazione del nuovo anno accademico 2024-2025. Gli studenti si sono divisi in due gruppi. Il primo è rimasto all’interno del cortile del Politecnico e ha srotolato un grande striscione dal tetto sopra l’Aula Magna ‘Giovanni Agnelli’, con su scritto “Tajani non sei il benvenuto. Fuori la guerra dall’Università”. Un secondo gruppo ha raggiunto l’ingresso del Politecnico su Corso Castelfidardo ed è stato bloccato dall’intervento della polizia che ha chiuso gli ingressi.
Gli studenti hanno protestato contro il sostegno delle università italiane, e in particolare del Politecnico di Torino, all’industria bellica. Dopo la cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico, il rettore del Politecnico, Stefano Corgnati, a proposito delle proteste organizzate per la presenza del vicepremier Antonio Tajani, ha commentato: “Quella odierna è una contestazione in continuità con quelle avute in questi mesi, ma spero ci sia un attento ascolto dei messaggi che oggi sono stati lanciati da tutti gli interventi, messaggi in cui la cultura scientifica diventa una cultura di pace. Ho sempre considerato questo come uno degli elementi in cui la responsabilità del nostro ateneo deve essere sentita con forza e penso che giorno per giorno questa responsabilità sia sempre più percepita. E averlo ribadito oggi è un segnale importante”.
Poi prosegue: “Mi pare tutto si sia svolto, da una parte, con la possibilità di contestare legittimamente e, dall’altra, di permettere alla cerimonia di svolgersi”, osserva Corgnati ribadendo che “oggi però i messaggi che sono usciti da questa cerimonia erano comuni a tutti, messaggi di pace, perché la tecnologia è, soprattutto, la cultura scientifica sono portatori di messaggi di pace e di costruzione di pace”. Oltre alla
protesta all’esterno dell’ateneo, che ieri sera è anche stato occupato, durante la cerimonia due studenti, con del nastro adesivo sulla bocca, hanno tentato di consegnare un volantino a Tajani mentre saliva sul palco per il suo intervento.
Il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri si dice invece “totalmente solidale con Antonio Tajani e lo sono più di tutti perché quelli che oggi occupano aule a Torino, nel vano tentativo di ostacolare il nostro cammino, sono i ‘figli’ politici di quelli che vanamente cercavano di chiuderci la bocca quando da ragazzi frequentavamo lo stesso liceo romano. Allora si chiamavano Lotta Continua, Potere Operaio, spalleggiati dal PCI di Berlinguer. Oggi i prevaricatori si chiamano Askatasuna o in altro modo. Sono violenti e vili come i loro predecessori. Godono, come allora, di gravi impunità giudiziarie. Sono dei falliti, destinati alla sconfitta, come i loro ‘padri’. E Antonio Tajani, con tutti noi, andrà avanti, tra la protesta di pochi idioti e il consenso della maggioranza dei cittadini”.
“Ancora una volta la città di Torino è teatro di un brutto spettacolo che fa male alla città. Il ministro Tajani – afferma la vice capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera Augusta Montaruli – ha la nostra solidarietà. Le sue parole di riconoscimento del lavoro piemontese tolgono ogni alibi alle polemiche nei confronti suoi e del governo. Ciò che non ha alibi è invece il costante tentativo di minacciare le istituzioni, di svilirne gli sforzi, di fare violenza. Avviene a Torino in maniera ormai preoccupante ed è ora che tutti prendano atto che questa città non è laboratorio di un legittimo dissenso ma covo di un inammissibile attacco allo Stato”.