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A nove anni filma con il telefonino il padre mentre strangola la mamma

Il calvario di Lina, costretta a prostituirsi dal marito che poi l’ha uccisa. Il nuovo compagno della vittima: “L’ha sempre picchiata, deve pagare”.

GENOVA – L’ha strangolata dopo averla attirata in casa con una scusa, la figlia più piccola ha ripreso col telefonino l’omicidio della madre. Sembra la trama di un film dell’orrore invece è la sintesi di un femminicidio consumatosi in Romania, nella città di Galati, al confine con la Moldavia. La vittima si chiamava all’anagrafe Lacramioara Mustafà, 30 anni, ma per tutti era Lina, una giovane di origini rom, nata nella città rumena di Focsani, giunta in Italia quando aveva 16 anni per lavorare nelle campagne salentine della Puglia. E proprio nel Salento la giovane bracciante rumena conosceva un ragazzo poco più grande di lei, tale Victor Nicu Anatoschi, oggi trentenne, con il quale, dopo alcuni mesi, contraeva matrimonio.

I due si trasferivano in casa di alcuni parenti di lui a Genova, nel quartiere di San Fruttuoso, dove sono nate le due figlie che oggi hanno 9 e 10 anni. E proprio nel capoluogo ligure per Alina sarebbe iniziato un calvario infinito fatto di violenze e maltrattamenti. L’uomo che aveva giurato di amarla per tutta la vita l’avrebbe costretta a prostituirsi e se la giovane tentava di ribellarsi erano botte e minacce di morte. I soldi raccattati alla meno peggio dalla povera Alina finivano nella tasche del marito, con precedenti penali sulle spalle, che se li giocava con le slot-machine, sua grande passione morbosa.

Mario Zanetti con Alina

Una notte di alcuni anni fa la donna, infreddolita e affamata, stava seduta sul marciapiede quando sulla provinciale per Sampierdarena si fermava il taxi di Mario Zanetti:

”L’ho presa a bordo – racconta il tassista – mi faceva pena e volevo aiutarla. L’ho rifocillata e rassicurata. Poi è nata un’amicizia che dopo alcuni mesi è sfociata in amore…”.

Alina però non poteva abbandonare la strada sennò erano calci e pugni:

”Una notte mi telefona e mi dice che sta male – aggiunge Zanetti – aveva paura delle conseguenze se non avesse continuato a lavorare. Io però l’ho portata in ospedale, dove l’hanno operata d’urgenza per una peritonite”.

Mesi dopo le due bambine si erano trasferite in casa dei nonni materni, in Romania, ma anche il loro padre era tornato in patria dove non mancava occasione per tormentare Alina quando da Genova arrivava a Focsani per vedere le figlie:

” Ogni volta che Liana andava dai suoi lui la maltrattava – continua Zanettichiedeva soldi e se li giocava alle macchinette. Nel 2019 lei aveva già chiesto il divorzio, poi lui l’aveva convinta a ripensarci…”.

Victor Nicu Anatoschi

Ma Alina non era convinta e diffidava ormai di quell’uomo che l’aveva costretta a vendersi contro il suo volere e se ne teneva a debita distanza, anche per proteggere le figlie. Poi la tragedia che si consuma in casa di Victor Nicu Anatoschi, a Galati, il 27 dicembre scorso:

”I suoi parenti, con i quali sono in contatto, mi dicevano che dopo Natale quell’uomo avrebbe chiamato Alina per telefono – spiega Mario Zanetti – invitandola a pranzo a casa sua. L’uomo le avrebbe detto di non preoccuparsi perché in casa c’erano anche i suoi genitori e che non avrebbe corso alcun pericolo. Invece, con una scusa, quell’uomo li ha fatti uscire e fra i due iniziava una violenta discussione al termine della quale lui l’ha uccisa”.

I media rumeni però racconterebbero un’altra versione ovvero che a indurla alla prostituzione sarebbero stati i parenti di Alina ma l’ex marito, però, era contrario. Per questo motivo sarebbe nato il violento diverbio in cui c’è scappato il morto:

La polizia rumena avrebbe in mano le prove dell’omicidio

”Menzogne. L’ha sempre picchiata e derubata di tutto – evidenzia Zanetti con rabbia – Pretendeva che continuasse a fare la vita sul marciapiede, e a mandare denaro. Di nascosto riuscivo a fare avere qualcosa alla famiglia, per le bambine che ogni tanto venivano a Genova: abbiamo passato dei bellissimi momenti insieme….La mia paura adesso è che quel delinquente possa in qualche modo giustificare quello che ha fatto, per ottenere uno sconto di pena…”. La polizia rumena però avrebbe in mano un video girato col telefonino dalla figlia più piccola di Alina e Victor Nicu in cui si vede il padre stringere il collo alla madre…

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