Nessuna traccia della donna men che meno avvistamenti o altri indizi che possano fare pensare ad un incidente durante la presunta escursione per i boschi della Val Camonica. La Procura di Brescia prosegue le indagini per omicidio ed occultamento di cadavere.
Temù (Brescia) – Nessuna notizia di Laura Ziliani, l’impiegata comunale di 55 anni scomparsa da casa l’8 maggio scorso. La donna, vedova con tre figlie, era uscita dalla sua abitazione di vicolo Ballardini, nella frazione Villa Dalegno di Temù in alta Val Camonica, per una passeggiata fra i boschi.
L’ex vigilessa non dava più notizie di sé e due delle sue tre figlie, non vedendola tornare nella propria abitazione estiva, davano l’allarme. Le due figliole dell’impiegata sparita nel nulla avrebbero riferito ai carabinieri altrettante versioni dei fatti diverse e contenenti alcune contraddizioni.
Per questi motivi e per altri sospetti i carabinieri, coordinati dalla Pm Caty Bressanelli della Procura Di Brescia, hanno notificato a Paola e Silvia Zani, un avviso di garanzia con la grave accusa di omicidio. Un altro provvedimento di garanzia per concorso in omicidio ed occultamento di cadavere è stato notificato al fidanzato ventinovenne di una delle sorelle indagate a piede libero.
Gli investigatori ipotizzano dunque che Laura Ziliani sia stata uccisa e dirigono le indagini in ambito familiare alla ricerca non solo del corpo della donna ma, soprattutto, del movente. L’abitazione di vicolo Ballardini è stata posta sotto sequestro e gli esperti della Scientifica dell’Arma stanno passando al setaccio, con più sopralluoghi, ogni elemento utile che ritroveranno all’interno dei diversi corpi abitativi dove la Ziliani aveva intenzione di realizzare un bed&breakfast.
Nella medesima dimora la donna aveva dimenticato il suo cellulare sul divano (poi recuperato dai militari dietro una cassapanca in cantina) prima di recarsi in escursione. Laura non si separava mai dal suo telefonino, a maggior ragione quando decideva di uscire da casa anche per fare la spesa, come sembra. Il giorno della scomparsa la donna sarebbe stata vista allontanarsi dal centro abitato pedemontano da una persona ma nessuna delle telecamere stradali l’avrebbe ripresa.
Certo è che le due figlie della Ziliani, sentite più volte dagli inquirenti insieme al fidanzato di una di loro, nella mattinata dell’8 maggio scorso, intorno alle 11, denunciavano la scomparsa della madre. L’ex vigilessa, secondo il primo racconto delle due germane, si sarebbe allontanata dalla propria abitazione per una escursione nei boschi di Villa Dalegno senza indossare il suo inseparabile orologio con Gps.
In buona sostanza l’impiegata del Comune di Roncadelle avrebbe lasciato in casa non solo il suo cellulare ma anche l’orologio che conteneva il noto segnalatore radio ad alta frequenza che, in caso di incidenti o pericolo, avrebbe segnalato la posizione della donna. Le ricerche sono andate avanti per giorni sino a quando un passante rinveniva una scarpa da trekking lungo una ciclopedonale che costeggia il torrente Fiumeclo che scende dalla Valle Canè.
La scarpa era stata riconosciuta dalle figlie di Laura tanto che la prefettura di Brescia dava nuove disposizioni affinché le ricerche fossero riprese a più vasto raggio. I militari della stazione di Ponte di Legno, i tecnici delle stazioni Cnsas dell’Alta Valcamonica, la squadra regionale del Cnsas Lombardo e il Soccorso alpino della Guardia di Finanza di Edolo, setacciavano l’intera area fluviale e zone limitrofe ma della donna nessuna traccia:
”…L’abbiamo cercata per 280 chilometri – ha detto Giuseppe Pasina, sindaco di Temù – qui non abbiamo anfratti o dirupi che nascondano un corpo. Abbiamo seri dubbi che sia avvenuto un omicidio, anche se non sappiamo di preciso che cosa sia accaduto…”.
E anche sulla presunta escursione qualcuno nutre seri dubbi. Laura Ziliani, intorno alle 7 del mattino, pare sia uscita di casa con l’intenzione di tornarci entro le 10 per portare in discarica il materiale di risulta accumulato dai lavori edili di ristrutturazione della casa di Temù.
Al trasporto dei calcinacci l’avrebbero dovuta aiutare le sue due figlie che, di fatto, avrebbero poi denunciato la scomparsa della madre. La primogenita delle tre figlie avrebbe riferito ai carabinieri che Laura, di mattina presto, avrebbe telefonato alla sorella ma pare che non ci sia traccia di quella conversazione perché il cellulare di Laura Ziliani sarebbe rimasto non raggiungibile dalla sera prima del suo ritrovamento in cantina.
“…Non creiamo mostri – ha detto il procuratore capo di Brescia, Francesco Prete – queste iscrizioni al momento sono solo atti dovuti per accertamenti tecnici…”.