Sulla sparizione della giovane mamma di quattro figli la Procura girgentina ha indagato dapprima a tutto tondo per poi restringere il campo su piste ben precise. Indiscrezioni rivelano la presenza di un superteste che potrebbe chiarire (o potrebbe già averlo fatto) i diversi punti oscuri della vicenda.
Favara – Le indagini sulla sparizione di Gessica Lattuca, 27 anni, mamma di 4 figli, dileguatasi misteriosamente il 12 agosto 2018, proseguono con un supertestimone.
Ci sarebbe dunque una nuova pista nell’inchiesta sul destino della donna che, secondo ipotesi attendibili, sarebbe già morta probabilmente uccisa da qualcuno che ne aveva interesse. A fine aprile sono scaduti i termini delle indagini preliminari ma la Procura di Agrigento, che ha profuso grande impegno e determinazione nel caso, tiene aperto il fascicolo anche sulla scorta di nuovi indizi che sono in fase di verifica.
Per la morte della mamma di Favara rimane indagato a piede libero il suo ex compagno Filippo Russotto, accusato di sequestro di persona, maltrattamenti ed occultamento di cadavere.
L’uomo era stato sottoposto a diversi interrogatori e il Ris dei carabinieri aveva rivoltato come un calzino la sua abitazione ed altre dimore dell’indagato senza rilevare alcun elemento a suo carico. E’ probabile che gli inquirenti, fra i numerosi interrogatori effettuati nel corso delle indagini, abbiamo riascoltato un testimone, una persona informata sui fatti oppure un soggetto mai sentito prima che abbia riferito fatti importanti o comunque degni di esse approfonditi.
Considerando che in questa vicenda non sono mancate diverse incongruenze anche da parte di persone vicine a Gessica. Insomma il caso della mamma di quattro figli sparita nel nulla dal centro storico del paese siciliano dove qualcuno le aveva dato appuntamento, rimane aperto e nulla di strano che stavolta qualcosa di decisivo possa saltare fuori.
Rimane l’interrogativo delle tracce ematiche scoperte sempre dal Ris in casa di Giuseppe Lattuca, padre di Gessica. Qualora fosse già nota l’identità biologica tradotta in identificazione personale del soggetto a cui quel sangue si riferisce gli scenari della tragica vicenda potrebbero cambiare da un momento all’altro.
Le attività investigative, coordinate dal sostituto procuratore della Repubblica Paola Vetro, a suo tempo avevano indirizzato gli inquirenti in via Leopardi, a casa di Giuseppe, padre di Gessica Lattuca, immobile già abitato da Vincenzo, fratello della donna scomparsa.
La giovane madre, intorno alle 19.30 del 12 agosto di tre anni fa, si sarebbe incamminata verso piazza Angelo Giglia, in pieno centro storico, per poi imboccare via Leopardi. Lì sarebbe stata notata da uno zio e da un amico alle 21.15 ma non ci sono telecamere stradali che possano dare riscontro alle testimonianze.
Gessica si sarebbe allontanata da lì con un auto? Con uno scooter? Oppure qualcuno l’avrebbe fatta salire a bordo della propria auto per poi dirigersi fuori Favara? Oppure Gessica non sarebbe mai più uscita viva da un’abitazione di via Leopardi dove sarebbe stata uccisa? Che fine avrebbe fatto il suo cadavere?
Subito dopo scattavano le ricerche da parte dei carabinieri di Favara e di Agrigento con ogni ausilio possibile ed anche la Protezione civile faceva il suo lavoro cercando la donna entro e fuori i confini comunali senza alcun esito.
Gli inquirenti perquisiscono abitazione, pertinenze e terreni di Filippo Russotto, unico indagato difeso dall’avvocato Salvatore Cusumano, che si è sempre professato innocente. Un’altra pista seguita dai magistrati agrigentini riguarderà un giro di lucciole (in parte madri di famiglia bisognose di soldi e casalinghe o ragazze senza scrupoli) a seguito di diverse intercettazioni telefoniche svolte sulle utenze di tale Gaspare Volpe, ex datore di lavoro di Gessica che all’epoca era occupata in una sala giochi con bar.
L’uomo parla di clienti e soldi, rinforzando i sospetti degli investigatori ma nemmeno la testimonianza di un’amica di Gessica sul presunto giro di prostitute darà un nuovo corso alle indagini anche perché la giovane, dopo alcune comparsate in tv, ritratterà stranamente le sue dichiarazioni.
Poi altro colpo di scena: le scritte sui muri di Favara e Naro con tanto di nome e cognome di una persona, reale, che poteva sapere molte cose sulla vicenda. Per non parlare della pista che da Favara avrebbe portato a Liegi, in Belgio, andata e ritorno per motivi di droga:
”…A distanza di quasi tre anni dalla scomparsa della giovane madre, con rammarico e scoramento, dobbiamo costatare l’assenza di qualsivoglia novità anche processuale – conclude l’avvocato Salvatore Cusumano, legale di fiducia della famiglia Lattuca e Russotto – il mio assistito Filippo Russotto rimane ad oggi l’unico indagato che sin dall’inizio si è proclamato innocente, i figli della giovane madre stanno crescendo cambiando le loro fattezze fisiche mentre la madre, Pina Caramanno, sta lottando con tutte le sue forze contro un grave male che ne sta minando il fisico. Dalla Procura nessun segnale, i termini per le indagini sono già scaduti. Dalla comunità favarese un silenzio assordante, pian piano il caso sta cadendo nel dimenticatoio…”.