Diffida per un commento sui social, come muoversi

Gli esperti avvertono: niente panico e mai risposte affrettate. Prima di agire, serve la consulenza di un avvocato specializzato.

Ricevere una raccomandata da uno studio legale che contesta un commento pubblicato online può generare panico. La lettera prospetta accuse di diffamazione, richiede risarcimenti economici e minaccia azioni penali. Ma prima di rispondere, scusarsi o accettare pagamenti, gli esperti consigliano di fermarsi e consultare immediatamente un avvocato specializzato.

Quando si riceve una diffida per presunta diffamazione online, esistono tre aspetti fondamentali da accertare prima di qualsiasi risposta. Il primo riguarda l’effettiva attribuzione del contenuto contestato: nei contesti social l’identificazione dell’autore non è sempre scontata, poiché account possono essere clonati o utilizzati da terzi. Per una corretta identificazione è necessario risalire all’indirizzo IP, il codice numerico univoco assegnato al dispositivo utilizzato per la connessione.

Il secondo controllo riguarda la natura effettivamente diffamatoria del contenuto. La semplice percezione di un’offesa non è sufficiente secondo la legge e la giurisprudenza: la diffamazione richiede che l’espressione sia valutata nel contesto specifico, risulti oggettivamente idonea a danneggiare la reputazione, sia accessibile a più persone e il significato lesivo emerga secondo il parametro dell’uomo medio. Non ogni critica o dissenso configura automaticamente un illecito.

Il terzo elemento da considerare è il contesto costituzionale: la libertà di manifestazione del pensiero è un diritto costituzionale e non tutte le espressioni critiche integrano un reato o un illecito civile.

Secondo l’articolo 595 del Codice Penale, la diffamazione si configura quando si offende la reputazione di qualcuno comunicando con più persone, in assenza dell’offeso. La Cassazione ha chiarito che pubblicare commenti denigratori sui social network può costituire diffamazione, data l’idoneità del mezzo a garantire la circolazione del contenuto presso un numero apprezzabile di persone.

Tuttavia, esistono esimenti previste dalla legge come il diritto di cronaca, critica e satira, che però non sono automatiche e richiedono la dimostrazione della verità del fatto narrato, dell’interesse pubblico alla diffusione e della continenza espressiva, ovvero l’utilizzo di un linguaggio sobrio. Anche un commento veritiero ma espresso in termini volgari può superare i limiti della continenza.

La diffida in sé non ha conseguenze dirette, ma ciò che può seguire è un invito alla negoziazione assistita: se non si risponde entro 30 giorni, il giudice può valutare questo comportamento come disinteresse, creando uno svantaggio processuale. Anche in caso di vittoria, si rischia la compensazione delle spese legali o addirittura una condanna per lite temeraria.

I soggetti che inviano diffide raramente abbandonano la questione: quando ritengono di essere stati diffamati, tendono a procedere con l’azione legale. Ignorare completamente la situazione significa presentarsi davanti al giudice in una posizione più debole.

È consigliabile rivolgersi a un legale

I costi per una consulenza legale variano: una diffida stragiudiziale di risposta può costare tra 300 e 800 euro, mentre una querela penale richiede un investimento tra 500 e 1.500 euro, più eventuali spese processuali. Gli onorari per una lettera di replica all’avvocato di controparte si attestano generalmente sotto i 250 euro.

Per la richiesta civile di risarcimento danni, il termine di prescrizione è di 5 anni dal fatto diffamatorio, che decorrono dalla data di pubblicazione del contenuto offensivo.

Una volta completate le verifiche preliminari, esistono diverse strade percorribili. Si può contestare la diffida e le relative pretese, oppure predisporre gli strumenti necessari qualora venga avviato un procedimento penale. In molti casi è consigliabile tentare una risoluzione stragiudiziale, evitando i tempi e i costi di un giudizio: una diffida formale ben documentata può facilitare una trattativa rapida e un accordo vantaggioso.

Prima di qualsiasi azione legale è fondamentale salvare screenshot, link, data e ora del contenuto contestato, poiché le prove digitali sono essenziali per ogni successiva iniziativa. La velocità di reazione è cruciale per limitare i danni: più tempo passa, più diventa difficile raccogliere prove e dimostrare l’entità del pregiudizio subito.

Gli esperti concordano: gestire autonomamente una diffida per diffamazione espone a rischi significativi. La consulenza di un professionista specializzato permette di analizzare il contesto specifico, valutare se sia opportuno trovare un accordo o rispondere con fermezza, e ridurre gli argomenti dell’altra parte prima che la situazione degeneri in un procedimento giudiziario.