La premier invita i ministri a coordinarsi prima di prendere posizione. Stop alle dichiarazioni unilaterali dopo le parole di Valditara.
Roma – Niente corse in avanti sul fronte della regolamentazione dei social network per i minori. Il governo italiano intende muoversi con cautela e non seguire automaticamente la linea di altri Paesi europei che stanno introducendo divieti per gli under 15. La posizione è emersa durante l’ultimo Consiglio dei ministri di mercoledì, quando la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha richiamato l’esecutivo alla necessità di coordinamento.
Durante la riunione, la premier ha affrontato il tema delle direttive europee invitando tutti i ministri a consultarsi preventivamente con Tommaso Foti, responsabile delle Politiche Comunitarie, prima di esprimere posizioni pubbliche. Il messaggio è stato chiaro: serve prudenza e ogni iniziativa deve essere concordata collegialmente.
Il richiamo arriva dopo le dichiarazioni rilasciate dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, che si era detto favorevole all’innalzamento dell’età minima per l’accesso ai social. Il titolare del dicastero aveva citato l’esperienza di altri Stati che hanno già introdotto limitazioni e aveva evidenziato come a livello europeo ci fosse ampio consenso su questo tipo di interventi.
Meloni ha fatto intendere di non condividere l’approccio proibizionista. Anche qualora l’Unione Europea dovesse convergere verso misure restrittive, l’Italia non è tenuta ad adeguarsi automaticamente. Il governo preferisce valutare autonomamente senza aderire a eventuali iniziative comuni che prevedano nuovi vincoli.
La Commissione europea ha già presentato linee guida nell’ambito del Digital Services Act che indicano alle piattaforme digitali come proteggere i minori online. Il quadro normativo comunitario lascia agli Stati membri la facoltà di stabilire una “maggiore età digitale”, permettendo loro di impedire l’accesso ai social ai bambini sotto una determinata soglia anagrafica oppure di subordinarlo al consenso dei genitori.
Nel panorama internazionale diversi Paesi hanno già legiferato. L’Australia ha approvato a fine 2024 una normativa che vieta l’utilizzo di TikTok, X, Facebook e Instagram ai minori di 16 anni. Tra i membri dell’Unione Europea si sono mossi Grecia, Spagna e Francia. Recentemente anche la Danimarca ha annunciato un progetto di legge per bloccare l’accesso ai social network ai minori di 15 anni, presentato dalla prima ministra Mette Frederiksen.
In Italia il dibattito parlamentare è già avviato da mesi. Quattro proposte di legge sono attualmente all’esame delle Camere. Tre di queste, sostenute da esponenti di Fratelli d’Italia, Partito Democratico e Italia Viva, propongono di consentire l’apertura di account social e l’utilizzo di servizi di condivisione video solo ai maggiori di 15 anni, salvo autorizzazione esplicita di un genitore o tutore. Una quarta proposta, firmata dalla senatrice leghista Erika Stefani, prevede invece il divieto assoluto di utilizzo delle piattaforme per chi non ha compiuto 14 anni.
Nonostante le iniziative parlamentari, la linea dell’esecutivo appare ora orientata alla cautela, con la richiesta di evitare posizioni frammentate e di costruire una strategia condivisa prima di assumere impegni vincolanti in sede europea o nazionale.