Debito pubblico: una rondine non fa primavera

In quanto a soldini pubblici siamo messi male e il disavanzo cresce a dismisura, anche con l’attuale Governo. Attenuare il deficit si potrebbe ma…

Il debito pubblico del Bel Paese è alle stelle! I soldi a dare rappresentano uno dei nervi scoperti del Sistema Italia. Lo scorso mese di giugno il disavanzo ha raggiunto la cifra di 3070,7 miliardi, in crescita di 18 miliardi rispetto a maggio. Sono dati diffusi dalla Banca d’Italia nel rapporto mensile “Finanza pubblica: fabbisogno e debito”, in cui è emersa anche la crescita delle entrate tributarie. In linea generale il debito pubblico è contratto da uno Stato per far fronte al proprio fabbisogno.

I titolari del deficit pubblico, ossia i creditori dello Stato in questione, sono tutti quei soggetti che lo hanno finanziato, banche, fondi nazionali e stranieri, nonché imprese e famiglie. Ora perché uno Stato si indebita? È una misura messa in atto quando le uscite superano le entrate. Viene effettuato tramite numerosi strumenti finanziari tra cui le obbligazioni e i prestiti. Gli strumenti che principalmente sono utilizzati per contrarre questo debito sono i titoli di stato, ossia delle obbligazioni che vengono emesse sul mercato dal dipartimento del Tesoro.

Vengono inseriti all’interno di questo indicatore anche prestiti, depositi e monete. Questi elementi rappresentano delle passività finanziarie, ovvero degli impegni di pagamento che devono essere soddisfatti alla fine di un determinato periodo di tempo. Secondo le “teste d’uovo” della Banca d’Italia il debito si è incrementato per soddisfare le esigenze finanziarie delle Amministrazioni pubbliche. Per la precisione, il debito delle Amministrazioni centrali è cresciuto di 19,7 miliardi, quello delle Amministrazioni locali è calato di 1,7 miliardi, l’esistenza media residua del debito è risultata stabile a 7,9 anni. Una fetta del debito è nelle mani della Banca d’Italia ed è pari al 19,6%. Gli investitori stranieri ne possiedono il 33,2%, mentre famiglie e imprese nazionali il 14,1%.

Il fatto che la fetta più grossa della torta sia nelle… fauci di investitori stranieri influenza il costo medio e la domanda di titoli. Inoltre sapere che una buona parte dei finanziamenti provengono dall’estero è come avere un cappio al collo, poiché non si è veramente liberi nella politica finanziaria da attuare. Parallelamente all’incremento del debito pubblico, è da segnalare anche quelle delle entrate tributarie di 1,8 miliardi, pari al 4,2% rispetto a giugno dell’anno scorso. Una boccata d’ossigeno per i nostri disastrati conti pubblici, ma non basta per alleggerirne la giacenza, anche perché il debito è generato dalla quantità di cui se ne ha bisogno e dalla rivendita dei titoli scaduti.

Tanto paga sempre Pantalone…

Come sempre accade qualsiasi governo di ogni orientamento politico è portato ad enfatizzare e a celebrare in pompa magna ogni risultato positivo. Come bravi venditori, capaci di “piazzare” un frigorifero, perfino, al Polo Nord. L’attuale compagine governativa non poteva smentire questa consuetudine. Nel luglio scorso maggioranza e stampa al seguito hanno magnificato il calo del debito nel mese di maggio, come sinonimo di capacità e competenza. Ora la cifra è vera, solo che pecca di informazione parziale e limitata. La riduzione mensile ha riguardato lo 0,33% del debito complessivo, un andamento dovuto più ad un effetto random che ad un’inversione di tendenza.

Quindi come recita un antico motto popolare: ”una rondine non fa primavera”. Sarebbe necessario un confronto almeno su base annua. In questo caso il debito è cresciuto di quasi 100 miliardi se confrontato col mese di maggio del 2024. Se il raffronto si effettua con l’insediamento dell’attuale governo, 22 ottobre 2022, l’incremento totale rasenta i 330 miliardi di euro. Inoltre, come sostengono molti esperti, utilizzare il valore assoluto del debito per confronti storici senza considerare l’inflazione e le dimensioni dell’economia in questione, è fuorviante.

L’unica certezza è che, prima o poi, la storia presenterà il conto e il debito sarà pagato. E si conoscono anche gli protagonisti, i soliti noti, i meno responsabili e i più indifesi. Si tratta di persone che non sanno nemmeno cosa sia un titolo di Stato per finanziare il debito, eppure “pagheranno caro, pagheranno, tutto”!