Omicidio Ilaria Sula, la madre del killer lo avrebbe aiutato a cancellare le tracce

Nors Manlapaz avrebbe ripulito la camera dopo il delitto. Chiesti due anni per occultamento di cadavere.

Roma – La madre di Mark Samson, il 23enne accusato dell’omicidio di Ilaria Sula, avrebbe partecipato attivamente alla cancellazione delle prove del delitto, pulendo accuratamente la stanza dove è avvenuto il femminicidio. Secondo le indagini della Procura di Roma, Nors Manlapaz avrebbe rimosso con determinazione ogni traccia ematica dal pavimento della camera da letto, servendosi di panni e prodotti per la pulizia, senza mai sporgere denuncia contro il figlio.

Il pubblico ministero Maria Perna ha escluso l’applicazione delle attenuanti generiche per la donna, nonostante la sua fedina penale pulita, richiedendo una condanna a due anni di carcere dopo la richiesta di patteggiamento. La vicenda giudiziaria di Manlapaz sarà esaminata dal tribunale nell’udienza fissata per il 10 novembre, con la possibilità di beneficiare della sospensione condizionale qualora il patteggiamento venisse accolto.

Il capo d’imputazione a carico della madre è grave: complicità nell’occultamento di cadavere, con l’aggravante di aver tentato di nascondere un crimine di maggiore entità. Diversa invece la posizione processuale del figlio Mark Samson, il cui dibattimento prenderà avvio il 12 novembre con le contestazioni di omicidio volontario con aggravanti di premeditazione, motivi abietti, relazione affettiva e occultamento di cadavere.

Mark Samson
Mark Samson

La pianificazione del crimine emerge dai messaggi che il ragazzo aveva scritto ad alcuni conoscenti settimane prima del fatto del 26 marzo: minacciava di uccidere la ex se non fosse tornata con lui. Il movente scatenante sarebbe stato un messaggio romantico ricevuto da Ilaria quella mattina da parte di un altro giovane, che avrebbe fatto esplodere la gelosia dell’ex partner.

Stando alla ricostruzione investigativa, nell’abitazione familiare di via Homs, zona Africano della capitale, Samson avrebbe prima malmenato la 22enne, quindi l’avrebbe assassinata infliggendole tre ferite mortali alla gola con una lama da cucina. L’analisi delle comunicazioni digitali rivela una personalità possessiva, incapace di elaborare la rottura sentimentale e tormentata dal sospetto di nuovi legami della ragazza.

Consumato l’omicidio, il giovane ha dimostrato un controllo emotivo agghiacciante: ha nascosto il corpo della vittima all’interno di una valigia con ruote e lo ha trasferito verso un precipizio nell’area di Capranica Prenestina per disfarsene. Le registrazioni della telecamera di bordo del veicolo hanno documentato che viaggiava senza accompagnatori. Il magistrato Antonella Minunni ha caratterizzato l’atteggiamento dell’imputato come “razionale e padrone di sé”, sottolineando come, malgrado la presunta sofferenza emotiva dichiarata per la ex, abbia saputo riprendere velocemente le attività quotidiane, fino a condividere la cena con una conoscente di Ilaria proprio la sera dell’assassinio.