In Italia l’origine familiare determina la scalata sociale: ricchezza e disuguaglianze crescono

La famiglia di nascita influenza opportunità economiche e sociali, accentuando disparità tra le generazioni.

L’origine della famiglia, in Italia, è ancora decisiva per avanzare nella scala sociale. L’ Italia è uno dei Paesi in cui maggiormente incide l’origine della famiglia per occupare status socio economici importanti nella società. Non è proprio una novità: già l’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) dopo la crisi economica e finanziaria del 2008 causata dal crollo del mercato immobiliare statunitense e dai mutui inesigibili, i cosiddetti “subprime”, aveva evidenziato che “famiglia in cui nasci, possibilità che trovi” per dire che l’origine della famiglia determina la scalata sociale.

In Italia questo processo sociale è molto più marcato che in altri Paesi. Uno studio presentato durante il “Future proof Society”, un summit internazionale tenutosi dal 5 al 7 giugno a L’Aquila, con l’obiettivo di affrontare le sfide globali attraverso innovazione, sostenibilità e progresso tecnologico, ha confermato questo trend. Il fenomeno è il prodotto di una scuola che non riesce ad annullare le povertà materiali e culturali in cui si cresce, di un mercato del lavoro in cui a crescere è il “lavoro povero”, gli stipendi non crescono e la forbice della ricchezza è sempre più larga.

L’origine della famiglia, in Italia, è ancora decisiva per avanzare nella scala sociale: lo ha evidenziato anche il recente FPS tenutosi a L’Aquila.

I dati non mentono: il 10% della popolazione possiede il 60% della ricchezza del Paese. Negli ultimi 10 anni i più ricchi sono arrivati al 17%, a conferma, secondo gli autori, di un maggiore squilibrio. La possibilità di arricchire il proprio patrimonio da parte dei più giovani è bloccata da una serie di fattori, tra cui: salari stagnanti, privatizzazione di alcuni beni pubblici come la sanità, mercato immobiliare alle stelle. La disparità tra le generazioni inasprisce l’importanza dell’origine familiare sulle prospettive future.

E’ facile intuire chi potrà permettersi di acquistare una casa, di sostituire il proprio lavoro perché lo si vuole, non perché si è stato licenziato. Per tacere sulle opportunità di andare all’estero anche per i figli, di potersi permettere, perché si hanno le risorse finanziarie, di affidare ad altre persone il lavoro di casa e di cura degli anziani fragili. Pensare a quei poveri cristi che fanno fatica a mettere insieme il pranzo con la cena e ad arrivare a fine mese, se hanno pure un anziano a cui bada c’è da impazzire!

Il “deserto demografico” non produrrà effetti decisivi sulla crescita sociale ed economica del Paese: chi è ricco resterà tale anche con le culle vuote.

Inoltre, secondo gli esperti, nel prossimo ventennio nel Belpaese si verificherà uno tra i più sostenuti trasferimenti di ricchezza mai registrati, pari a più di 6400 miliardi di euro. Se questo passaggio avverrà nell’attuale sistema fiscale sulle successioni, il risultato non potrà che essere l’esacerbazione delle disparità sociali ed economiche. La ricchezza si concentrerà ancora di più, si sa che quando si è… assorti in un’attività il rendimento è maggiore!

Inoltre, il “deserto demografico”, con una spiccata denatalità non produrrà effetti decisivi sulla crescita sociale ed economica del Paese, proprio perché la distribuzione della ricchezza sarà ostacolata dalle imposte sull’eredità molto scarse. Un incremento delle stesse, invece, sui grandi patrimoni sopra un milione di euro, come succede in Paesi come Regno Unito, Germania, Francia, migliorerà il sistema diminuendo le differenze a vantaggio di un terreno fertile per uno sviluppo equo e sostenibile. Le maggiori entrate produrranno una riduzione tra la tassazione dei redditi da lavoro e quelli sulla ricchezza.

Inoltre, le nuove generazioni potranno iniziare il loro percorso nella vita sociale con maggiore parità. Vista la situazione nazionale in cui i grandi patrimoni e le forti ricchezze sembrano intoccabili, come ha confermato il dibattito sugli extra profitti bancari, la proposta di tassare i patrimoni da un milione di euro e oltre, resterà un pio desiderio!

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa