Smart P@per, UGL: “Si apra una vertenza per salvare i 380 lavoratori lucani”

Dal 1° agosto cambia la gestione della commessa Enel: incertezza totale per i dipendenti di Tito Scalo e Sant’Angelo Le Fratte. Il sindacato denuncia: “Nessun piano di transizione, clausola sociale disattesa”.

Potenza – “Si apra una vera e propria vertenza per salvaguardare i 380 lavoratori lucani della Smart P@per, travolti da una gestione opaca e da scelte unilaterali che mettono a rischio il loro futuro”. A dichiararlo è il segretario provinciale dell’UGL Potenza, Giuseppe Palumbo, intervenuto sul caso dell’azienda con sedi a Tito Scalo e Sant’Angelo Le Fratte, che fino al 31 luglio ha gestito per anni una commessa affidata da Enel.

Dal 1° agosto, infatti, la nuova commessa è passata a un’associazione temporanea di imprese (ATI) che include Accenture e Datacontact, ma secondo quanto denunciato da UGL, già da febbraio si era a conoscenza della possibile perdita dell’appalto, senza che l’azienda ne avesse dato comunicazione ai dipendenti.

“Il vero problema – spiega Palumbo – è che a meno di 48 ore dal cambio ufficiale, i lavoratori non sanno chi sarà assorbito dalla nuova cordata, chi no, e che destino li attende. Non si può liquidare tutto con un messaggio registrato inviato da remoto dall’amministratrice del gruppo. Serve chiarezza, responsabilità e garanzie”.

La Smart P@per impiega 380 lavoratori tra operatori di reclami, recupero crediti, controllo qualità e altri servizi, alcuni dei quali anche in smartworking, in gran parte impegnati per il servizio clienti di Enel Energia e per il mercato libero dell’energia.

Il sindacato denuncia l’assenza di un piano di transizione chiaro e richiama la presenza della clausola sociale, che dovrebbe garantire la continuità occupazionale con il nuovo gestore. Ma, avverte Palumbo, “solo sulla carta”.

UGL chiede un confronto urgente con i rappresentanti della nuova ATI per ottenere risposte concrete su perimetro logistico, ricollocazioni e tutele contrattuali, e si appella anche alla Regione Basilicata e al Ministero del Lavoro affinché la vertenza venga gestita ai massimi livelli istituzionali.

“Parliamo di famiglie che da vent’anni lavorano per quest’azienda, che hanno costruito la loro vita su questa occupazione – conclude Palumbo – e oggi si ritrovano all’improvviso senza certezze. Non accetteremo trasferimenti lontani dal territorio. Vogliamo che la nuova ATI resti vicina alla sede attuale, come promesso, e che garantisca la continuità lavorativa e la responsabilità sociale. Conoscendo Datacontact, crediamo che questo sia possibile, ma servono impegni concreti, subito”.

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