La trasmissione “Quarto Grado” riapre interrogativi sull’esame autoptico del 2007. Il DNA maschile ‘Ignoto 3’ potrebbe essere frutto di errori o negligenze.
Pavia – Potrebbero esserci state gravi irregolarità nell’autopsia eseguita sul corpo di Chiara Poggi, la giovane uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007. È quanto emerge da una nuova inchiesta della trasmissione televisiva Quarto Grado, che ha mostrato per la prima volta le immagini della sala autoptica dell’ospedale di Vigevano, scattate proprio la mattina del 16 agosto di diciassette anni fa.
La garza al posto del tampone e il DNA misterioso
Secondo quanto ricostruito, durante l’autopsia non venne usato un tampone, come previsto dai protocolli, ma una garza per prelevare il materiale biologico dalla bocca della vittima. Su quella garza, analizzata anni dopo durante l’incidente probatorio disposto dal giudice di Pavia, è stato rilevato un profilo genetico maschile sconosciuto, denominato “Ignoto 3”.
Tuttavia, alcuni esperti nutrono forti dubbi sull’attendibilità di quel prelievo, a causa delle condizioni della sala e delle modalità in cui fu eseguito. La presenza di oggetti sparsi, strumenti fuori posto e un ambiente tutt’altro che sterile potrebbero aver determinato una contaminazione del materiale genetico.
Chi c’era nella sala autoptica?
Le immagini trasmesse sollevano nuove domande: quante persone erano presenti durante l’autopsia? Chi ha toccato il corpo di Chiara Poggi e in quali condizioni? Sono state rispettate le normative previste per l’esame autoptico?
Il medico legale Marco Ballardini, che eseguì l’autopsia, è stato contattato da Quarto Grado. Ha scelto di non commentare nel dettaglio, ma ha lasciato uno spiraglio: «A indagini finite, ne potremo riparlare».