Il ministro conferma l’obiettivo di approvare il progetto definitivo nei prossimi mesi. Ma Transport & Environment critica l’opera: “Pochi benefici per l’integrazione ferroviaria europea”.
Roma – Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini ha ribadito la volontà del governo di accelerare sui tempi di realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina. A margine della Conferenza sull’autostrada Pedemontana, il ministro ha dichiarato ai giornalisti: “Continuo a ribadire l’obiettivo di approvare il progetto definitivo entro l’estate e quindi di partire con i cantieri entro l’estate”.
Un cronoprogramma ambizioso che si scontra però con le critiche sollevate da Transport & Environment (T&E), la principale organizzazione europea per la decarbonizzazione dei trasporti. Secondo un recente studio dell’organizzazione, il Ponte sullo Stretto rappresenterebbe un esempio di megaprogetto che sottrae risorse a interventi più urgenti per lo sviluppo della rete ferroviaria europea.
I dubbi sull’utilità europea del progetto
Il ponte ha già ottenuto fondi CEF (Meccanismo per Collegare l’Europa) per studi preliminari ma, secondo T&E, non è chiaro il suo valore aggiunto per l’integrazione ferroviaria europea. “I benefici del progetto sembrano essere di portata prevalentemente nazionale e non determinerebbero impatti strategici rilevanti sulla rete TEN-T, come richiesto dai criteri di ammissibilità del fondo”, si legge nel rapporto.

Una posizione ribadita da Esther Marchetti, Clean Transport Advocacy Manager di T&E Italia: “In Sicilia, l’85% delle linee ferroviarie è a binario unico e solo la metà è elettrificata. Dare priorità a un’opera come il Ponte sullo Stretto non ridurrebbe significativamente i tempi di percorrenza tra Roma e Palermo, così come non produrrebbe benefici apprezzabili tanto a livello locale e nazionale che per la mobilità transfrontaliera”.
La questione dei finanziamenti e della “spesa militare”
La controversia si è intensificata dopo che il governo italiano ha valutato la possibilità di considerare il ponte come “opera militare”, includendola nella spesa per la difesa per contribuire al raggiungimento dei nuovi target NATO del 5% sul PIL. Una mossa che ha suscitato perplessità: “Sorprende scoprire solo ora il valore ‘militare’ di quest’opera, in corso di progettazione da decenni. Ogni investimento rischia di tradursi in un uso strumentale dei fondi europei destinati alla difesa”, conclude Marchetti.
Lo studio di T&E evidenzia come tra il 2021 e il 2023 sette megaprogetti ferroviari abbiano assorbito il 31% dei fondi CEF per i trasporti, mentre 84 ammodernamenti urgenti ne abbiano ricevuto solo il 27%. Uno squilibrio che, secondo l’organizzazione, sta rallentando lo sviluppo dell’ERTMS, il sistema europeo di controllo del traffico ferroviario essenziale per i collegamenti transfrontalieri.
Mentre Salvini punta a far partire i cantieri entro l’estate, il dibattito sulla reale utilità del ponte per l’integrazione europea dei trasporti rimane aperto, con le critiche che si concentrano soprattutto sulla necessità di privilegiare interventi più diffusi sul territorio per migliorare la connettività ferroviaria.