Sequestrati, ammanettati e feriti per sgarri al narcotraffico: 6 arresti ai Castelli Romani

Operazione dei Carabinieri di Frascati, sei indagati per due sequestri a Lanuvio legati a narcotraffico e regolamenti di conti. Coinvolto un noto trafficante albanese già detenuto.

Roma – È scattata all’alba un’operazione dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Frascati, che ha portato all’arresto di sei uomini accusati di sequestri di persona a scopo di estorsione, tentato omicidio e aggravante del metodo mafioso. Il provvedimento, emesso dal GIP del Tribunale di Roma su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia (DDA), riguarda tre sudamericani, due albanesi e un italiano.

L’attività investigativa rappresenta la prosecuzione di un’inchiesta avviata nel 2023, culminata il 20 giugno con l’arresto di tre sudamericani – oggi destinatari anche dell’ordinanza odierna – accusati di aver ferito gravemente a colpi d’arma da fuoco un noto pregiudicato narcotrafficante a Tor Bella Monaca l’11 maggio 2023.

Il primo sequestro: 2 giugno 2023

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, il 2 giugno 2023, un pregiudicato genovese è stato sequestrato in un’abitazione di Lanuvio da due sudamericani e un italiano, su mandato di uno degli albanesi arrestati. Il movente: un debito di 60.000 euro maturato nel traffico di droga. La vittima è stata ammanettata, incappucciata e minacciata di morte con una pistola.

L’intero sequestro è stato documentato in video, ora agli atti dell’inchiesta, e si ipotizza sia stato attuato con modalità mafiose, tese a intimidire non solo la vittima ma anche l’ambiente criminale circostante.

Il secondo sequestro: 19 giugno 2023

Due settimane dopo, il 19 giugno, un commerciante d’auto del Pontino è stato vittima di un secondo sequestro, anch’esso avvenuto a Lanuvio. A sequestrarlo, secondo gli inquirenti, sono stati altri due sudamericani (di cui uno coinvolto anche nel primo episodio) e un altro albanese, indicato come il mandante.

In questo caso la violenza è salita di livello: oltre a essere legato e minacciato, il commerciante è stato ferito da un colpo d’arma da fuoco all’addome. L’obiettivo del sequestro, secondo la DDA, era ottenere informazioni su un gruppo criminale rivale nel contesto del narcotraffico romano.

Coinvolto un narcotrafficante albanese già detenuto

Tra gli arrestati figura anche un noto narcotrafficante albanese, attualmente detenuto, considerato uno degli esponenti più influenti nel narcotraffico tra Roma e i Castelli Romani. È ritenuto il mandante del primo sequestro, e secondo gli inquirenti avrebbe agito per consolidare il controllo del territorio e regolare vecchi conti nel circuito dello spaccio.

Metodo mafioso e connessioni internazionali

La gravità delle accuse – che vanno dai sequestri di persona aggravati al tentato omicidio – è ulteriormente accentuata dal metodo mafioso con cui sarebbero stati messi in atto: intimidazioni, violenza, minacce, e azioni pianificate con logiche tipiche delle organizzazioni criminali strutturate.

L’operazione conferma la pervasività del narcotraffico internazionale nell’area romana, con connessioni tra elementi sudamericani, balcanici e italiani, e il ricorso sempre più diffuso a violenza estrema per la gestione dei debiti e il controllo delle rotte dello spaccio.

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