68 indagati, 25 arresti e oltre 3 milioni di euro sequestrati. Coinvolti cittadini di Georgia, Ucraina, Turchia e Moldavia
Una rete criminale internazionale, articolata in quattro organizzazioni e specializzata nel traffico di migranti lungo la rotta del Mediterraneo orientale, è stata smantellata all’alba di oggi grazie a una vasta operazione della Polizia di Stato e della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, guidata dal procuratore Giuseppe Lombardo.
Sono 25 le persone arrestate e finite in custodia cautelare in carcere in Italia, Turchia, Georgia, Ucraina, Moldavia e Grecia. Altri 43 cittadini stranieri risultano indagati a piede libero. I reati contestati includono associazione per delinquere finalizzata al traffico di migranti, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e ricettazione, tutti aggravati dalla transnazionalità.
Un’organizzazione perfettamente strutturata
Secondo le indagini condotte dagli uomini del Servizio Centrale Operativo e della Squadra Mobile di Reggio Calabria, la rete era suddivisa in quattro “frange” operative:
- Frangia ucraina e moldava: si occupava del reclutamento degli scafisti;
- Frangia georgiana: gestiva istruzione alla navigazione, attività finanziarie e logistica (la Georgia era la base di addestramento);
- Frangia turca: organizzava le partenze dalle coste anatoliche e manteneva i contatti con i migranti e le loro famiglie.
Le traversate avvenivano a bordo di barche a vela da 12-15 metri, stipate all’inverosimile, con tariffe tra i 4.000 e i 12.000 dollari a persona. In totale, oltre 30 sbarchi sono stati ricostruiti tra il 2018 e il 2022, con circa duemila migranti giunti in Italia.
Soldi, rotte e intermediari: un business da milioni
Attraverso l’analisi di centinaia di operazioni finanziarie via MoneyGram e Western Union, sono stati ricostruiti i flussi di denaro, destinati in molti casi ai familiari degli scafisti a titolo di compenso. L’indagine ha portato al sequestro di oltre 3,3 milioni di euro ritenuti provento illecito.
Decisive le intercettazioni tradotte da decine di interpreti, i riscontri sui flussi di denaro e le testimonianze dei migranti sbarcati in Italia.
Il coordinamento internazionale
L’operazione è stata resa possibile dal lavoro congiunto della DDA di Reggio Calabria, della Direzione Nazionale Antimafia (DNA), di EUROJUST, EUROPOL, e del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia. Fondamentale è stato l’utilizzo dello strumento dell’Ordine di Indagine Europeo e delle richieste di assistenza giudiziaria per coinvolgere le procure di Malta, Grecia, Polonia, Albania, Georgia, Moldavia, Turchia e altri Paesi dell’est Europa.
L’inchiesta è ancora nella fase delle indagini preliminari e, come previsto dalla legge, tutti gli indagati devono essere considerati non colpevoli fino a sentenza definitiva.