Il 26enne Andrea Cavallari doveva rientrare nel carcere di Bologna dopo la discussione della tesi all’università. Sta scontando una condanna a quasi 12 anni per la tragedia alla Lanterna Azzurra. La rabbia dei familiari delle vittime. Sparita anche la fidanzata. Il Garante: “Si riconsegni”.
Ancona – E’ ancora irreperibile Andrea Cavallari, il 26enne condannato a 11 anni e 10 mesi per la strage avvenuta nel dicembre 2018 alla discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo, in provincia di Ancona, dove morirono cinque minorenni e una madre di 39 anni. Il giovane stava scontando la pena nel carcere di Bologna e ha usufruito di un permesso premio per laurearsi, ma non ha più fatto ritorno in cella. E infuriano le polemiche: “Perché era senza scorta? Mi sento preso in giro”, commenta Francesco Vitali, fratello di Benedetta, 15 anni, a Il Resto del Carlino. Mentre su La Repubblica Paolo Curi, che quella notte ha perso la moglie Eleonora Girolimini, è ancora più pesante: “Lei è morta per colpa sua e lui non si è pentito: andava sorvegliato”.
L’evasione dopo la laurea
Giovedì 3 luglio, Cavallari ha ottenuto l’autorizzazione del magistrato di sorveglianza per lasciare temporaneamente la casa circondariale e sostenere la discussione della tesi di laurea all’Università di Bologna, dove da tre anni frequentava il corso in Scienze giuridiche – Consulente del lavoro.
Accompagnato dai familiari e senza scorta della polizia penitenziaria, ha discusso la tesi e ha partecipato alla cerimonia di proclamazione. Poi, insieme alla fidanzata, ha fatto perdere le proprie tracce. A distanza di giorni, è ancora ricercato.
La banda dello spray e la strage di Corinaldo
Cavallari era uno dei membri della “banda dello spray”, un gruppo criminale composto da giovani della Bassa modenese tra i 19 e i 22 anni, arrestati nell’estate 2019. Il modus operandi era quello di usare spray urticante nei locali affollati per creare il panico e derubare le vittime. La notte tra il 7 e l’8 dicembre 2018, alla discoteca Lanterna Azzurra, la bravata si trasformò in tragedia.
Durante il concerto del rapper Sfera Ebbasta, la folla impaurita si riversò verso l’uscita d’emergenza, causando una fuga di massa che provocò sei morti e 59 feriti. Per quei fatti, Cavallari e altri sei giovani furono condannati in via definitiva per omicidio preterintenzionale, rapina, furto e lesioni personali. Un ottavo componente, Riccardo Marchi, è stato condannato in appello a 10 anni e 5 mesi lo scorso 2 luglio.
La polemica del Sappe: “Serve più attenzione”. Il Garante: “Si riconsegni”
Il caso ha scatenato le critiche del sindacato della Polizia penitenziaria. Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del Sappe, ha dichiarato: «Bisogna rafforzare il ruolo della polizia penitenziaria nell’osservazione dei detenuti per valutare l’accesso ai benefici. Situazioni come questa non possono più ripetersi».
Le forze dell’ordine sono sulle tracce di Cavallari, ma al momento del 26enne non c’è nessuna traccia, così come della fidanzata, con cui era rimasto solo dopo la cerimonia di laurea.
Irma Conti, componente del collegio del Garante dei detenuti, lancia un appello ad Andrea Cavallari “affinché si riconsegni alla giustizia, dimostrando che il suo è stato un atto di debolezza e non il fallimento del suo percorso trattamentale”.