Svuotato il canale Cavo Bozzani di Tromello, dove la cugina di Chiara Poggi sarebbe stata vista gettare un oggetto metallico. Perquisizioni anche a casa di Sempio, dei genitori e dei due amici del fratello di Chiara; sequestrati pc e telefoni.
Pavia – Le operazioni di dragaggio nel canale Cavo Bozzani a Tromello, piccolo comune a pochi chilometri da Garlasco, hanno segnato l’ennesima svolta nelle indagini sull’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007. Con il supporto di Protezione Civile e Vigili del Fuoco, il canale è stato prosciugato per oltre un chilometro, concentrando le ricerche su un tratto di 300 metri vicino alla casa della nonna delle gemelle Cappa, cugine di Chiara. Fonti vicine agli inquirenti riferiscono che sono stati sequestrati diversi oggetti, tra cui attrezzi da lavoro e, secondo il programma “Chi l’ha visto?”, anche un martello. La cautela, ovviamente, è d’obbligo: si tratta di oggetti comuni, e solo le analisi scientifiche potranno chiarire un eventuale collegamento con il delitto.
Le ricerche si basano su una testimonianza raccolta dalla trasmissione Le Iene, secondo cui una donna bionda, identificata come Stefania Cappa (non indagata), avrebbe gettato un oggetto metallico nel canale la mattina dell’omicidio. Questa ipotesi si intreccia con una dichiarazione ritrattata di Marco Muschitta, tecnico del gas, che nel 2007 aveva raccontato di aver visto una ragazza bionda in bicicletta con un attrezzo simile a un attizzatoio, salvo poi smentire tutto.

Perquisizioni anche a casa di Sempio
Parallelamente al dragaggio, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Milano hanno perquisito le abitazioni di Andrea Sempio, dei suoi genitori e di due amici, Mattia Capra e Roberto Freddi, non indagati ma legati al fratello di Chiara, Marco Poggi. Sequestrati telefoni, computer, vecchi diari e appunti manoscritti, con l’obiettivo di acquisire elementi utili attraverso analisi forensi. Sempio, 37 anni, amico di Marco Poggi e frequentatore della villetta di via Pascoli, è accusato di omicidio in concorso, sulla base di un DNA trovato sotto le unghie di Chiara, incompatibile con quello di Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni.
L’arma del delitto: martello o attizzatoio?
Uno degli elementi più controversi di tutta la vicenda riguarda l’arma usata per colpire Chiara Poggi, brutalmente uccisa con ripetuti colpi al volto e alla testa. Inizialmente si ipotizzava un oggetto contundente a doppio uso, ma le perizie più recenti, supportate dalla testimonianza del superteste, puntano su un utensile metallico, forse un attizzatoio da camino. I genitori di Chiara, Rita Preda e Giuseppe Poggi, smentiscono quest’idea categoricamente: ““Tutti gli attrezzi del camino sono ancora in casa”, hanno detto. Quindi anche l’attizzatoio. Dall’abitazione, però, manca un martello, un dettaglio – confermato dall’avvocato della famiglia Gian Luigi Tizzoni – che rafforza l’ipotesi che sia proprio questa l’arma del delitto, come indicato dalle perizie processuali.
Domani l’incidente probatorio davanti al gip
Le nuove tecniche di analisi genetica hanno riportato Sempio al centro dell’inchiesta, dopo due archiviazioni nel 2016 e 2017. Domani andrà in scena l’udienza per l’incidente probatorio davanti al gip Daniela Garlaschelli, che analizzerà ulteriormente i reperti biologici. Nonostante le accuse, Sempio si dichiara sereno e innocente. Come ha sottolineato in un’intervista rilasciata a Sky TG24: “Ero a casa Poggi giorni prima, è normale ci siano mie tracce”.