Il primo esame autoptico a carattere medico-legale per determinare la presenza di colpa risale al 1302. Si dovrà aspettare fino al 1682 per assistere al primo caso in cui una valutazione medico-legale segnerà il corso di un processo penale.
Roma – L’autopsia medico-legale, eseguita in casi di decessi che richiedevano un accertamento forense, è stato un importantissimo strumento per stabilire, con precisione, la cause della morte in caso di sospetto reato. L’esame autoptico rimane, ancora oggi, un’indagine fondamentale per la Medicina dei tempi moderni e le nuove conoscenze, negli anni, hanno consentito una escalation nell’accuratezza dei risultati.
Nel XIII secolo si iniziò a conoscere la figura dei medici plagarum o medici delle ferite: figure specializzate, nella medicina del Medioevo, nel condurre autopsie giudiziarie, su richiesta delle autorità, per chiarire le cause di morte in casi di crimini sospetti.
A Bologna iniziano a comparire i primi medici con ruolo di “investigatori medico-legali”, che avrebbero dovuto accertare la presenza di ferite mortali sui cadaveri attraverso il lavoro del vulneratum: pratica comparsa nella città emiliana nel 1265 e volta a dimostrare l’importanza dell’analisi post-mortem per fini medico-legali. La mansione, rivelandosi molto utile, verrà poi inserita tra gli insegnamenti pratici dei futuri medici, anticipando i tempi delle altre scuole italiane di Medicina, che dovranno attendere l’epoca rinascimentale.

La prima autopsia medico-legale: potenzialità e limiti
Correva l’anno 1302 quando Bartolomeo da Varignana eseguì la prima autopsia legale nota per determinare la presenza di colpa su richesta di un magistrato di Bologna.
Nel Febbraio del 1302 morì, per sospetto avvelenamento, Azzolino del fu Onesto e il giudice del podestà chiese una consulenza al collegio peritale: un gruppo di esperti, solitamente composto da un medico-legale ed uno specialista in medicina, nominati da un giudice per effettuare una perizia. Tra questi ci fu anche Bartolomeo da Varignana che, concorde con i colleghi, stabilì che la vittima non era mai stata avvelenata, ma deceduta per un’emorragia interna.
Le perizie di Bartolomeo da Varignana risultano redatte in modo accurato. Gli indicia, i signa, gli accidentia e i simptòmata dei cadaveri venivano valutati attentamente al punto da condurre il medico a conclusioni che giungevano solamente dopo aver condotto interrogatori con familiari, conoscenti o possibili testimoni in grado di ricostruire il quadro della morte della persona esaminata.
Il medico, bolognese d’adozione, era ligio al rispetto delle regole deontologiche e i suoi referti appaiono ancora oggi i più diffusi e motivati tra quelli dei suoi colleghi dell’epoca, essendo ricchi di riferimenti alla letteratura medica e simbolo di consolidate completenze nel settore. Tuttavia, il microscopio non esisteva ancora e le osservazioni di Bartolomeo da Varignana si dovettero limitare ad una semplice osservazione tramite l’occhio umano. L’importanza del microscopio, per scoprire i dettagli delle componenti cellulari che componevano i tessuti umani, fu compresa da Rudolf Virchow, il padre dell’Anatomia Patologica moderna, solamente nel 1870.

La prima valutazione medico – legale che segnò il corso di un processo
Il primo caso in cui una valutazione del medico-legale delineò le sorti di un processo penale pare risalire alla fine del XVII secolo. Si racconta che nel 1682 una giovane madre sarebbe stata accusata di infanticidio, ma il medico Johann Schreyer dimostrò, davanti al giudice, l’innocenza della donna. Preso un polmone del neonato e immerso in una vasca piena d’acqua, l’organo affondo, poiché privo d’aria. Se il bambino avesse emesso anche solo un respiro, avrebbe galleggiato. Questa fu la prova che il bambino era nato già morto.
Con questa spiegazione il medico salvò la vita della donna dalla pena di morte per impiccagione. Alla giovane madre, a cui le era già stato tolto il proprio bambino per colpa di un destino infausto, le venne restituita la libertà di vivere, seppur nel dolore. L’attività del medico-legale risulta dunque essere essenziale, rivestendo un ruolo cruciale nelle indagini penali sin dai tempi antichi.
