Incubo nel Reggino: violentata dal branco, poi minacce e frustate per farla ritrattare

La giovane aveva denunciato abusi da parte di un gruppo di ragazzi, alcuni legati a cosche di ‘ndrangheta. Condannati in sei, ma le ritorsioni familiari e sociali non si sono fermate.

Reggio Calabria – Una vicenda agghiacciante, che racconta non solo di violenze sessuali di gruppo su due ragazze minorenni, ma anche della recrudescenza di una cultura del silenzio e dell’omertà ancora troppo diffusa in alcune aree del Reggino. A denunciare gli abusi è stata una delle due giovani, all’epoca dei fatti ancora minorenne, che ha trovato il coraggio di parlare alla Procura di Palmi, facendo partire l’indagine che ha portato, in primo grado, alla condanna di sei giovani a pene comprese tra i 13 e i 5 anni di carcere, mentre altri sette imputati sono stati assolti.

I fatti risalgono al periodo compreso tra gennaio 2022 e novembre 2023, e si sono verificati tra Seminara e Castellace di Oppido Mamertina. Il gruppo di aggressori, tra cui ci sarebbero anche presunti figli di affiliati a cosche di ‘ndrangheta, avrebbe abusato ripetutamente delle due giovani.

Tuttavia, dopo la denuncia, per una delle vittime è iniziata un’altra terribile fase di violenza, questa volta all’interno del nucleo familiare. La Procura di Palmi ha ottenuto dal Gip un’ordinanza di arresti domiciliari per la zia 78enne della ragazza e il divieto di avvicinamento per il cugino 47enne, accusati di aver tentato in ogni modo di costringerla a ritrattare quanto dichiarato ai magistrati. Tra i metodi usati, secondo l’accusa, minacce, molestie e addirittura frustate con una corda, in un clima di odio e risentimento verso chi ha rotto il muro del silenzio.

Le misure cautelari sono state eseguite dagli agenti del Commissariato di Palmi e dai carabinieri della compagnia locale, con l’ausilio di un’unità cinofila della Polizia.

L’altra ragazza vittima della violenza, pur sostenuta dalla famiglia, è stata costretta ad abbandonare Seminara insieme alla madre per il clima di ostilità e isolamento sociale. «Nessuno ci ha aiutato, nemmeno la parrocchia o il Comune», ha dichiarato la donna, che ha trovato sostegno solo grazie all’intervento del presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto, che ha favorito l’assegnazione di un alloggio Aterp in un altro Comune del Reggino.

Il 13 aprile scorso si è tenuta a Seminara una manifestazione di solidarietà per la giovane, ma anche in quella circostanza, come raccontato dalla madre, la partecipazione locale è stata scarsa, segno di una comunità ancora ostaggio di pregiudizi e paura.

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