Il corpo semicarbonizzato di Francesco Diviesti è stato ritrovato il 29 aprile. Si indaga su una rissa di qualche giorno prima.
Barletta – Nella tarda serata di ieri la Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Bari ha notificato gli avvisi di garanzia a cinque indagati per il presunto omicidio di Francesco Diviesti, il 26enne di Barletta trovato semicarbonizzato il 29 aprile nelle campagne di Canosa di Puglia. Le indagini, coordinate dai pm Ettore Cardinali e Daniela Chimienti, ipotizzano un omicidio volontario aggravato dal metodo mafioso.
L’autopsia, prevista nella giornata di oggi al Policlinico di Bari, confermerà l’identità del corpo e la causa del decesso. Diviesti, scomparso il 25 aprile, era stato visto l’ultima volta nel suo barber shop. Gli inquirenti indagano su una rissa come possibile movente, analizzando tabulati telefonici e testimonianze. La famiglia, tramite il legale Michele Cianci, chiede prudenza sull’identificazione. Il caso, che richiama l’omicidio di Michele Cilli nel 2022, evidenzia le dinamiche mafiose nella BAT, ma il questore Alfredo Fabbrocini esclude un allarme sociale.
Gli indagati – tre di Barletta, una di Minervino Murge e un cittadino albanese – sono accusati di concorso in omicidio volontario aggravato dal metodo mafioso, sulla base di elementi che suggeriscono un’esecuzione di stampo criminale. Il corpo del giovane, in avanzato stato di carbonizzazione, è stato trovato dagli agenti della Squadra Mobile di Andria durante le ricerche coordinate dalla Prefettura di Barletta-Andria-Trani.
Sebbene l’identità non sia ancora confermata ufficialmente, gli inquirenti ritengono “verosimile” che si tratti di Diviesti, basandosi su corporatura, abbigliamento (jeans scuri, giubbotto bianco e nero, cappellino, Nike bianche), un tatuaggio e un braccialetto. Gli esisti dell’autopsia, affidata alla dottoressa Sara Sablone, dovrebbero chiarire la causa del decesso, con l’eventuale presenza di traumi, proiettili o sostanze, e se la carbonizzazione sia post-mortem. In forse resta anche il luogo del delitto, potenzialmente diverso dal luogo del ritrovamento.
Il lavoro degli inquirenti ha ricostruito le ultime ore del giovane barbiere di Barletta. Il 25 aprile trascorre il pomeriggio con amici, invia un messaggio ai genitori alle 20.18, esce di casa alle 20.30. Alle 23.45 è ripreso dalle telecamere mentre entra nel barber shop di famiglia a Barletta. Dopo la mezzanotte, il cellulare di Diviesti risulta spento, e i familiari denunciano la scomparsa il 26 aprile.
Gli investigatori indagano su una rissa avvenuta giorni prima vicino a un bar e proseguita altrove. Un uomo in compagnia della vittima avrebbe colpito il titolare di un bar e sarebbe stato fermato dai carabinieri che gli hanno trovato una pistola. Questo episodio potrebbe essere legato alla morte di Diviesti.
Il trasferimento delle indagini dalla Procura di Trani alla DDA di Bari è motivato dalla carbonizzazione del corpo, un metodo tipico di omicidi mafiosi per occultare prove, come nei casi di lupara bianca a Canosa. La DDA ipotizza un regolamento di conti legato a dinamiche criminali, data la vicinanza di Diviesti a Michele Cilli, scomparso nel 2022 e presunta vittima di omicidio mafioso. Per Cilli, la Corte d’Appello di Bari ha confermato condanne a 18 anni e 8 mesi per Dario Sarcina (omicidio) e 5 anni e 8 mesi per Cosimo Damiano Borraccino (soppressione di cadavere).