Scatta l’esonero contributivo fino a 650 euro per i datori di lavoro che assumo lavoratrici. Ma ci sono differenze sulle Regioni Zes.
Roma – Dopo le polemiche delle scorse settimane i decreti attuativi dei bonus previsti dal DL 60/2024, il cosiddetto “Decreto Coesione-Lavoro” per l’assunzione di giovani under 35 e donne, sono finalmente stati firmati e bollinati. Ma le misure, potenzialmente vantaggiose per i datori di lavoro, non sono esenti da criticità operative che rendono difficile la programmazione dell’utilizzo. Ora Ministero del Lavoro e il Mef hanno finalmente dato il via libera ai decreti. La principale distinzione riguarda le agevolazioni per i datori di lavoro operanti nel Mezzogiorno, cioè nelle Regioni ZES (Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna), rispetto al resto del territorio nazionale.
Gli importi degli sgravi sono più elevati nelle ZES (fino a 650 euro mensili contro i 500 previsti nel resto d’Italia), ma le misure sono subordinate all’autorizzazione della Commissione europea, aspetto che ha comportato il ritardo e ha introdotto complicazioni: nel primo decreto interministeriale la decorrenza delle assunzioni agevolate infatti era stata fissata al momento della approvazione al 31 gennaio e non a quello previsto dal decreto. Per quanto riguarda le lavoratici, il bonus è finanziato entro un tetto di spesa così distribuito: 7,1 milioni di euro per il 2024, 107,3 milioni di euro per il 2025, 208,2 milioni di euro per il 2026 e 115,7 milioni di euro per il 2027.

Dopo il confronto serrato con la Commissione Ue, il governo ha incassato il sì al “doppio binario”, cioè un sistema differenziato che riconosce queste condizioni diverse alle regioni della Zes, la Zona Economica Speciale. La misura prevede che le imprese private che assumono, fino al 31 dicembre 2025, a tempo indeterminato donne in condizioni svantaggiate potranno beneficiare di un importante incentivo, e cioè l’esonero totale dal versamento dei contributi previdenziali, per un periodo massimo di 24 mesi. Il beneficio, che può arrivare fino a 650 euro al mese per ogni lavoratrice assunta, non include i premi e i contributi destinati all’Inail. Resta invece invariata l’aliquota utilizzata per calcolare le future prestazioni pensionistiche della lavoratrice.
Per accedere al bonus, le assunzioni devono tradursi in un incremento occupazionale netto, cioè un aumento effettivo del numero di lavoratori rispetto alla media dei 12 mesi precedenti. Nel caso di contratti part-time, il calcolo tiene conto delle ore lavorate rispetto al tempo pieno. Sono escluse dal conteggio eventuali riduzioni di personale avvenute in società collegate o controllate. Il beneficio, che può arrivare fino a 650 euro al mese per ogni lavoratrice assunta, non include i premi e i contributi destinati all’Inail. Resta invece invariata l’aliquota utilizzata per calcolare le future prestazioni pensionistiche della lavoratrice.