Giustizia: 29 milioni per il reinserimento sociale dei minori nelle comunità

Il Programma Nazionale Inclusione e lotta alla criminalità 2021-2027, per l’accompagnamento verso l’autonomia di minorenni e giovani adulti.

Roma – Il Ministero della Giustizia destina 29 milioni di euro, a valere sul Programma Nazionale Inclusione e lotta alla criminalità 2021-2027, per l’accompagnamento verso l’autonomia, l’inclusione e il reinserimento sociale dei minori e giovani adulti collocati in comunità sulla base di un provvedimento dell’Autorità giudiziaria minorile per l’esecuzione di misure cautelari, messa alla prova e misure di comunità in fase di uscita dal circuito penale. Così una nota del ministero della Giustizia. È l’iniziativa AMA MI, nell’ambito del Progetto “Una Giustizia più inclusiva”, nata da una intensa attività di coordinamento tra il Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità e il Dipartimento per l’innovazione tecnologica della Giustizia. L’intera operazione ha il suggello del ministro della Giustizia.

Beneficiari del Progetto sono i Centri di Giustizia Minorile. Essi puntano a creare una serie di supporti necessari per consentire ai minori e giovani adulti di diventare adulti e costruirsi gradualmente delle prospettive positive di vita, dal momento in cui escono dal sistema penale. Ciò significa favorire la realizzazione di un modello integrato sul territorio, dove il minore/giovane adulto collocato in comunità venga accompagnato in ogni momento da figure di tutor e di educatori in un percorso di crescita consapevole.

In quest’ottica assume particolare rilevanza la funzione del “tutor per l’autonomia”, figura diversa e distinta dall’educatore di comunità. Egli è chiamato a stabilire un rapporto personale con ciascun giovane, a collaborare con l’assistente sociale/educatore di riferimento, con i referenti della comunità residenziale e con ogni altro soggetto con cui il giovane è in relazione nell’ambito del percorso penale (insegnanti, operatori pubblici, specialisti, personale delle aziende, ecc.). I percorsi di autonomia potranno durare 12 mesi, prorogabili ad un massimo di 18 mesi. Nell’attuazione di questi percorsi di autonomia sarà dato ampio spazio al coinvolgimento anche operativo dei diversi attori territoriali, in primo luogo gli Enti del Terzo Settore, i Comuni ed i loro servizi sociali, i Centri per l’impiego, i soggetti del sistema formativo e di orientamento regionali nonché i soggetti titolati all’erogazione dei servizi di individuazione, validazione e certificazione delle competenze.

Si prevedono, pertanto, azioni di accompagnamento multidimensionale, sostegno professionale e para professionale, interventi integrati volti a favorire l’accesso e la partecipazione a contesti di apprendimento scolastico e formativo, percorsi di rafforzamento di competenze specialistiche, percorsi di autoimpiego e accompagnamento allo start-up. Ciascun percorso per l’autonomia potrà essere sostenuto, inoltre, da una “Dote per l’autonomia”, consistente in un plafond di risorse da utilizzare in favore del singolo destinatario. Il valore della singola dote viene determinato, nell’ambito del progetto per l’autonomia e la singola dote sarà utilizzata in favore del singolo destinatario, a copertura di diverse tipologie di spesa.

I percorsi di autonomia realizzati attraverso il progetto rappresenteranno uno strumento per rafforzare ed integrare i percorsi educativi ordinari definiti per minori e giovani adulti collocati in comunità, risultando quindi complementari a questi ultimi. Il progetto è, dunque, concepito come un processo di rafforzamento e consolidamento per il raggiungimento dell’autonomia e del miglioramento della propria posizione sociale al termine del percorso penale.

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