L’immobiliarista romano avrebbe chiesto a Equalize di risolvere un contenzioso su un cantiere milanese. E la società si sarebbe rivolta a soggetti della ‘ndrangheta.
Milano – Colpo di scena nella maxi-inchiesta Equalize. I carabinieri del ROS hanno arrestato Lorenzo Sbraccia, imprenditore romano e fondatore di Fenice Spa, accusato di tentata estorsione in concorso aggravata dal metodo mafioso. Con lui, in carcere sono finiti Pasquale e Francesco Barbaro, Francesco Baldo, Umberto Buccarelli, Giuseppe Trimboli, Fulvio Cilisto e Nunziatino Romeo, già detenuto per violenza privata. Il gip di Milano, Fabrizio Filice, ha disposto le misure cautelari nell’ambito di un filone investigativo legato ai dossieraggi illegali di Equalize. Al centro, un contenzioso da 35 milioni di euro con la G&G Costruzioni dei Motterlini, che Sbraccia avrebbe cercato di risolvere ingaggiando affiliati alla ‘Ndrangheta per ottenere uno “sconto” a 8 milioni. Un caso che intreccia mafia, spionaggio e cantieri immobiliari.
L’operazione, coordinata dal pm Francesco De Tommasi e dal sostituto della Direzione Nazionale Antimafia Antonello Ardituro, ha portato a otto custodie cautelari in carcere, oltre agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico per l’hacker Samuele Calamucci. Sbraccia, già indagato per accesso abusivo a sistemi informatici nel filone principale di Equalize, è considerato il mandante di una tentata estorsione ai danni della famiglia Motterlini, titolari della G&G Costruzioni. Gli altri arrestati includono figure legate alla cosca Barbaro-Papalia: Pasquale e Francesco Barbaro (di Platì e Locri), Nunziatino Romeo (‘ndranghetista ed ex pentito), Umberto Buccarelli (avvocato di Fenice), Giuseppe Trimboli, Francesco Baldo e Fulvio Cilisto. Le accuse, validate dal gip, parlano di un’operazione orchestrata con “metodo mafioso” per piegare la controparte in una disputa finanziaria.
La vicenda ruota attorno a un cantiere in via Pini, a Milano, dove Fenice Spa, attiva nel settore delle ristrutturazioni col Superbonus 110%, era general contractor. G&G Costruzioni, appaltatore di Sbraccia, lamentava crediti per 35 milioni di euro relativi a stati di avanzamento lavori. Quando Sbraccia decise di interrompere i pagamenti tra aprile e maggio 2023, G&G bloccò i lavori e depositò due ricorsi per decreti ingiuntivi. A quel punto, secondo la Procura, Sbraccia si rivolse a Carmine Gallo, ex superpoliziotto di Equalize morto il 9 marzo 2025, per trovare un “mediatore” che costringesse i Motterlini a negoziare una cifra ridotta a 8 milioni. Le intercettazioni, come quella del 5 maggio 2023 in cui Sbraccia chiede a Gallo “notizie certe” per “andare in guerra”, confermano la sua determinazione a usare pressioni illecite.
Le indagini del ROS hanno rivelato che Equalize, guidata da Gallo e Enrico Pazzali, contattò soggetti legati alla ‘Ndrangheta lombarda, in particolare alla cosca Barbaro-Papalia. Nunziatino Romeo, ex collaboratore di giustizia, sarebbe stato l’esecutore materiale, coordinato da Calamucci. In un messaggio del 22 settembre 2023, Romeo si presentò a Luca Motterlini come affiliato mafioso, intimandogli: “Prendi quei soldi o non li prendi più”. I Barbaro, secondo l’accusa, miravano a subentrare in subappalto nei cantieri di Fenice, sfruttando l’intimidazione per scalzare G&G. Buccarelli, legale di Sbraccia, avrebbe gestito i rapporti con Romeo e Francesco Barbaro, consapevole della loro caratura criminale. La trattativa, però, fallì: Motterlini denunciò le pressioni, e Sbraccia, informato del flop, si rassegnò, dicendo: “Lascia perdere, non è della stessa parrocchia”.
A marzo 2025, il gip Filice non aveva riconosciuto esigenze cautelari, ritenendo che Sbraccia volesse “solo chiudere il contenzioso”. Tuttavia, il pm De Tommasi, forte di nuovi elementi come le dichiarazioni di Romeo post-arresto, ha ripresentato la richiesta che è stata accolta. L’ordinanza sottolinea il “metodo mafioso” della pressione esercitata, con Sbraccia come “regista” che coordinava da remoto. Il filone si intreccia con l’inchiesta madre su Equalize, che indaga su dossieraggi e accessi abusivi a banche dati. Sbraccia, cliente di spicco dell’agenzia con contratti a cinque zeri, era già emerso come figura vicina a poteri politici e istituzionali, secondo verbali di Calamucci.