Quarto (Napoli): Antonella Iaccarino, 48enne madre di due figli, fu cosparsa di benzina e data alle fiamme da Francesco Riccio e morì dopo 47 giorni di agonia. Prima riuscì a raccontare l’accaduto. La Procura: “Omicidio volontario aggravato”. Sentenza l’11 aprile.
Napoli – Al termine di una requisitoria durata oltre due ore, il pubblico ministero Maurizio De Marco ha chiesto la condanna all’ergastolo per Francesco Riccio, l’uomo accusato di aver bruciato viva la vicina di casa Antonella Iaccarino al culmine di una lite condominiale per un parcheggio. L’udienza si è svolta oggi davanti alla seconda sezione della Corte di Assise di Napoli, presieduta da Concetta Cristiano con giudice a latere Paola Scandone. La sentenza è attesa per l’11 aprile.
La tragedia di Quarto
I fatti risalgono al 5 settembre 2023, nel cortile di un condominio in via Alcide De Gasperi a Quarto, nella periferia nord-ovest di Napoli. Antonella Iaccarino, 48 anni, madre di tre figli, stava discutendo con Riccio, 53 anni, per una banale questione legata a un posto auto. Secondo la ricostruzione della Procura, al culmine di un’aggressione prima verbale e poi fisica, Riccio ha versato del liquido infiammabile sulla donna e sulla sua auto, appiccando le fiamme con un accendino. Le urla della vittima hanno richiamato i vicini, ma l’intervento dei carabinieri ha evitato a fatica un linciaggio dell’imputato da parte della folla inferocita.

Antonella fu soccorsa dal 118 e trasferita d’urgenza al reparto Grandi Ustionati dell’ospedale Cardarelli. Dopo 47 giorni di agonia, segnati da ustioni di terzo grado su oltre il 50% del corpo e numerosi interventi chirurgici, morì il 21 ottobre 2023. La sua lucidità nelle prime settimane permise agli inquirenti di raccogliere la sua testimonianza, fondamentale per l’accusa.
L’accusa: omicidio volontario aggravato
La Procura di Napoli contesta a Riccio l’omicidio volontario aggravato dai futili motivi, sottolineando la sproporzione tra la causa del litigio – un parcheggio – e la brutalità del gesto. “Un atto di inaudita ferocia, premeditato e privo di qualsiasi rimorso”, ha dichiarato il pm De Marco nella requisitoria, evidenziando i precedenti penali dell’imputato (furto, truffa, minacce, evasione) e il suo carattere descritto come “arrogante e violento” dai vicini. Riccio, arrestato in flagranza per tentato omicidio, si trova in carcere da quel giorno, e l’accusa è stata riformulata in omicidio dopo la morte della vittima.
Il processo e la famiglia
Assistita dall’avvocato Luigi Musolino, la famiglia di Antonella – il marito e i tre figli – ha seguito il processo con compostezza, chiedendo giustizia. “Mia madre non tornerà, ma voglio che lui paghi per sempre”, aveva dichiarato Alessia Castaldo, figlia della vittima, in un’intervista a Fanpage.it. La tensione in aula è stata palpabile, con Riccio che, durante le udienze precedenti, ha tentato di giustificare il gesto come una reazione impulsiva, senza però mostrare segni evidenti di pentimento.
La difesa, rappresentata dall’avvocato Rosario Marsico, dovrebbe intervenire nelle prossime udienze per chiedere una pena ridotta, puntando sull’assenza di premeditazione. Ma la richiesta dell’ergastolo da parte del pm riflette la gravità dell’episodio, che ha riacceso il dibattito sulla violenza scaturita da futili dissidi quotidiani.
Verso la sentenza
La Corte di Assise si pronuncerà l’11 aprile, dopo le arringhe difensive e la camera di consiglio. La vicenda di Antonella Iaccarino, trasformata in torcia umana per un parcheggio, resta un monito tragico sulla fragilità delle relazioni di vicinato e sull’escalation incontrollata di rabbia. A Quarto, dove Riccio si era salvato a stento dal linciaggio, ora si attende un verdetto che tutti sperano faccia giustizia.