Caso Emile Soleil: nonni e zii rilasciati. Spunta l’ipotesi di una terza persona

“Indizi insufficienti per un’indagine”. I resti del bimbo scomparso sulle alpi francesi, ritrovati nel 2024, mostrano un trauma violento e sarebbero stati spostati.

Dopo 17 ore di interrogatori, i nonni e gli zii di Emile Soleil, il piccolo di due anni e mezzo scomparso l’8 luglio 2023 nella frazione alpina di Haut-Vernet, sono stati rilasciati. Il fermo, scattato il 25 marzo, aveva fatto ipotizzare un coinvolgimento della famiglia nella morte del bimbo, i cui resti – un cranio e alcuni denti – furono ritrovati il 30 marzo 2024 a 1,7 km dalla casa dei nonni. Ma per il procuratore di Aix-en-Provence, Jean-Luc Blachon, “gli indizi non sono sufficienti per aprire un’indagine su di loro”.

Il rilascio, annunciato dagli avvocati dei familiari – tra cui Isabelle Colombani per Philippe Vedovini, nonno di Emile – chiude una fase di verifiche durata due giorni. Tuttavia, il procuratore ha precisato che “la pista familiare non è definitivamente chiusa”. Le indagini, che per mesi hanno battuto ogni pista – da un incidente a un rapimento – si arricchiscono ora di nuovi elementi inquietanti.

Caso Emile Soleil, “i resti spostati”

“I resti di Emile sono stati spostati prima della loro scoperta”, ha rivelato il procuratore, smentendo che il corpo sia rimasto nello stesso luogo dalla scomparsa. Sul viso del bambino sono emerse “tracce di un trauma violento”, mentre gli abiti trovati con i resti – una maglietta e un paio di pantaloni – non erano quelli indossati al momento del decesso: “Non sono entrati in decomposizione in quei vestiti”, ha spiegato Blachon. Questo dettaglio, unito all’assenza di segni di predazione animale, punta al “probabile intervento di una terza persona” dopo la morte, forse per occultare il corpo.

Qualcuno li ha collocati lì in un secondo momento?

Un altro capitolo si chiude senza risposte: la fioriera in pietra sequestrata il 13 marzo davanti alla chiesa di Haut-Vernet, dove si sospettavano tracce di sangue, “non offre elementi utili”, ha chiarito il magistrato, spegnendo le voci che indicavano quel luogo come nascondiglio temporaneo. Il ritrovamento dei resti, in una zona già setacciata nel 2023, aveva già sollevato dubbi: come poteva essere sfuggita agli oltre 285 ettari perlustrati? Ora si rafforza l’ipotesi che qualcuno li abbia collocati lì in un secondo momento.

La famiglia Vedovini, al centro dell’attenzione per il passato di Philippe – osteopata legato a gruppi cattolici tradizionalisti e con un’ombra di accuse di violenze anni fa – esce temporaneamente dal mirino. Ma il caso, che ha scosso la Francia, resta aperto. “Le perizie suggeriscono un intervento umano, ma non sappiamo ancora se intenzionale”, ha aggiunto Blachon.

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