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A Cuneo 72 sequestri di droga e cellulari nelle carceri nel 2024: il bilancio della Polizia Penitenziaria

Il neocomandante Cutugno: “Agenti lontani dalle famiglie, ma orgogliosi.” Minervini: “Servono più personale e cure per i detenuti.”

Cuneo – Nel 2024, la Polizia Penitenziaria della provincia di Cuneo ha effettuato 72 sequestri di droga e telefoni cellulari nelle carceri, un dato che testimonia l’intensa attività di controllo in un territorio unico in Italia: la Granda è l’unica provincia a ospitare quattro istituti penitenziari. A questi numeri si aggiungono 4.242 traduzioni di detenuti per motivi di giustizia, sanitari e sicurezza. I risultati sono stati presentati dal neocomandante del carcere Cerialdo di Cuneo, Daniele Cutugno, durante la festa per i 208 anni del corpo, celebrata nei giorni scorsi.

Con 912 detenuti e 443 agenti distribuiti tra Cuneo, Alba, Fossano e Saluzzo, la provincia si conferma un nodo critico del sistema carcerario nazionale. Il carcere Cerialdo, il più complesso dei quattro, ha visto la popolazione detenuta passare da 240 a 400 presenze in soli due anni, un “brusco incremento” che, secondo il direttore Domenico Minervini, ha scatenato “una sequela continua di eventi critici,” culminata nella rivolta dell’11 novembre 2024.

Un anno di sfide per la Penitenziaria

“I nostri agenti, spesso sottovalutati, vivono lontani dalle famiglie, a centinaia di chilometri dalle loro origini,” ha dichiarato Cutugno. “Eppure, negli ultimi mesi, abbiamo voltato pagina, lavorando con orgoglio per restituire dignità alla struttura, agli operatori e ai detenuti.” I 72 sequestri—tra hashish, cocaina e smartphone nascosti nelle celle o introdotti illegalmente—evidenziano una lotta quotidiana contro il traffico interno, mentre le 4.242 traduzioni dimostrano l’impegno logistico del corpo in un contesto di sovraffollamento e tensioni.

Minervini ha sottolineato la peculiarità di Cuneo: “Nessun’altra provincia ha quattro carceri così diversi.” Oltre al Cerialdo, ci sono il “Montalto” di Alba, destinato a diventare una casa lavoro per internati, e la casa di reclusione di Fossano, modello di reinserimento sociale. Ma è il capoluogo a preoccupare: “La popolazione detenuta è cambiata negli ultimi cinque anni. Gli extracomunitari, spesso giovanissimi e di seconda generazione, rappresentano il 70% al Nord, con una forte dipendenza da stupefacenti e psicofarmaci.”

Una rivolta e un allarme

La rivolta dell’11 novembre al Cerialdo—con un agente ferito e un detenuto sul tetto—ha messo a nudo le criticità: sovraffollamento, carenza di personale e difficoltà nella gestione di una popolazione con problemi sanitari complessi. “Solo una piccola parte degli extracomunitari viene espulsa,” ha aggiunto Minervini. “La maggior parte torna in società con i detenuti italiani, ma il carcere non può farcela da solo. Serve una presa in carico adeguata.”

La soluzione, per il direttore, passa da un potenziamento degli organici—oggi insufficienti rispetto ai 400 detenuti del Cerialdo—e da un rafforzamento dei servizi sanitari. “Non si tratta solo di repressione,” ha concluso, “ma di affrontare esigenze di salute pubblica.”

Numeri e prospettive

I 443 agenti della provincia, di cui 133 al Cerialdo, operano in condizioni difficili, con turni massacranti denunciati dai sindacati negli ultimi mesi. I 72 sequestri del 2024 sono un successo, ma anche un segnale: la droga circola, e con essa cresce la tensione. Cutugno ha rivendicato “un cambio gestionale” avviato a dicembre, con risultati positivi, ma il 2025 si apre con una sfida: rendere il sistema più sicuro e umano, in una provincia che, con 912 detenuti, potrebbe essere un comune a sé.

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