Opposizioni all’attacco sulle anomalie emerse sul Fatto, come esami sostenuti nello stesso giorno, quando l’università era chiusa.
Roma – In Parlamento scoppia il caso della “laurea di domenica” del ministro del Lavoro Marina Calderone. Le opposizioni vanno all’attacco dopo che un articolo de “Il Fatto Quotidiano” ha sollevato dubbi – fra cui alcuni esami sostenuti nel weekend e rette non pagate – sul titolo di studio conseguito dalla titolare del dicastero del Lavoro all’università privata Link Campus di Roma, ex Libera Università di Malta. Ma lei si difende: “In quanto studente-lavoratrice, ero una fuori corso. Questo significa che è stata tutt’altro che una laurea presa in fretta e furia”. Così sui social la ministra replica alla polemica nata dopo i dubbi sollevati da Il Fatto sul suo titolo di studio ottenuto all’università privata Link Campus di Roma, ex Libera Università di Malta.
“In relazione al mio percorso universitario, mi preme ricordare che ho ottenuto la laurea triennale in data 12.11.2012 e quella magistrale in data 26.07.2016. Oggi un quotidiano ha trovato la prova della mia laurea, ossia il libretto universitario. Nel quale ci sono esami sostenuti lo stesso giorno e più esami superati a distanza ravvicinata. Come credo sia accaduto a molti universitari – ha scritto Calderone sui social – In quanto studente-lavoratrice, ero una fuori corso. Questo significa che è stata tutt’altro che una laurea presa in fretta e furia”. Poi la ministra ricorda di essere “iscritta all’ordine dei consulenti del lavoro dal 22.11.1994, mentre l’obbligo di laurea è stato introdotto solo a partire dal 2010″. “Quanto agli esami sostenuti nel fine settimana, è la normalità in caso di corsi dedicati agli studenti-lavoratori. Orgogliosamente – conclude – posso affermare che lavoro (e studio) da più di 30 anni”.

Ma intanto le opposizioni chiedono di convocare Calderone in Commissione Lavoro per un’audizione. “Chiediamo al presidente Rizzetto la convocazione urgente della Commissione lavoro per audire la ministra Calderone e il Rettore dell’Università degli studi Link – scrivono in una nota congiunta i deputati Arturo Scotto, Valentina Barzotti e Franco Mari, rispettivamente capogruppo Pd, M5S e Avs in commissione Lavoro alla Camera – Le rivelazioni de Il Fatto Quotidiano segnalano incongruenze e conflitti di interessi nel percorso universitario della Ministra. Finora non conosciute. Il curriculum di un esponente del governo è una cosa seria. Pretendiamo trasparenza e verità innanzitutto in Parlamento”.
“Trovo assurde e pretestuose le accuse di queste ore nei confronti del Ministro del Lavoro Marina Calderone. Si tratta del solito atteggiamento – afferma in una nota Walter Rizzetto, Presidente della Commissione Lavoro della Camera – di chi predilige lanciare accuse dal momento che ormai non riesce più ad argomentare su temi importanti. Il Ministro ha già spiegato e sono certo essere in assoluta buona fede. È una persona che lavora, e molto, e lo fa da molti anni. Siamo sicuri che chiarirà ogni cosa qualora ci fosse mai qualcosa da chiarire. Sulla richiesta di audizione a me inoltrata ne parlerò serenamente con lei. La mia solidarietà al Ministro Calderone, stimata professionista e conoscitrice delle dinamiche del mondo del lavoro”.

Il quotidiano, che ha avuto accesso allo statino degli esami della ministra, riferisce di alcune prove d’esame sostenute lo stesso giorno e anche durante il weekend – quando l’ateneo doveva essere chiuso. Poi si parla della mancata certificazione dell’Anagrafe degli Studenti presso il ministero dell’Istruzione e dei costi: secondo l’anagrafe dei contributi del ministero per la magistrale Calderone avrebbe pagato solo il costo del bollo (1 euro), più altri 3 euro per la contabilità della Link. Inoltre le sarebbe stato applicato uno sconto su tasse e rette pari al 50%, ma risulterebbero pagati 500 euro di iscrizione e una sola rata da 850 euro, con altre sei rate, per un totale di 5.100 euro, ancora “da pagare” e “scadute”. Infine viene sottolineata la presenza del marito della titolare del dicastero del Lavoro nel cda dell’ateneo.
“I numeri sull’occupazione e la disoccupazione da quando si è insediato il Governo Meloni sono talmente tanto buoni – afferma il deputato di Fratelli d’Italia, Andrea Volpi componente della commissione Lavoro Pubblico e Privato – che l’unico modo che la sinistra ha di attaccare il Ministro Calderone è andare sul personale. Sindacare sul percorso di studi e lavorativo di una professionista che da più di 30 anni si occupa della materia lavoro è estremamente pretestuoso e nasconde l’assenza di argomenti su cui le opposizioni basano la propria politica. Del resto mancava solo Marina Calderone alla lista dei Ministri di cui la sinistra ha chiesto le dimissioni forse perché, fino ad oggi, il ministero del Lavoro ha messo in atto iniziative vincenti e i dati ce lo confermano costantemente”. Il capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione Lavoro alla Camera Marta Schifone commenta: “L’attacco personale al ministro Calderone è sgradevole e campato in aria. Il solito giornale della sinistra emette giudizi in cerca perenne di clamorosi scoop anche quando non sussiste neanche la notizia”.

E così “a ruota lo seguono i parlamentari dell’opposizione di sinistra il cui sport nazionale è chiedere le dimissioni dei componenti dell’esecutivo. Marina Calderone, a cui va tutta la mia solidarietà, – prosegue – è una persona preparata, competente ed esperta e il suo dicastero è arrivato risultati che i suoi predecessori non hanno neanche immaginato di raggiungere. È sotto il governo Meloni, infatti, che si sono toccati i record storici di occupazione, tra cui la giovanile e la femminile. Il resto sono mere illazioni e affermazioni infondate, pubblicate con il solo scopo di incrementare le vendite di un quotidiano in evidente difficoltà”. La capogruppo del M5S in commissione Lavoro alla Camera Valentina Barzotti attacca: “Non basta un post sui social né la difesa d’ufficio da parte di FdI con comunicati fotocopia per archiviare in fretta e furia la vicenda della laurea della ministra del Lavoro Marina Calderone. Le incongruenze, per usare un eufemismo, sono molteplici e richiedono subito un chiarimento da parte della diretta interessata.
“In un paese normale la ministra Calderone avrebbe già sgombrato ogni dubbio sulla sua reale formazione, molto prima di essere invitata a chiarire i suoi titoli accademici in Parlamento. Evidentemente la titolare del dicastero del Lavoro, – dichiara il deputato Dem Emiliano Fossi – in un governo dove siedono già da tempo numerosi indagati per reati gravi, ritiene che non essere trasparenti sulla laurea verso elettori e cittadini rappresenti una minuzia insignificante. Come darle torto? Anche perché, come emerse due anni fa sulla stampa, fu scelta da Giorgia Meloni proprio per il suo curriculum”.