Disintossicarsi dallo smartphone: i benefici della disconnessione

Uno studio dimostra che ridurre l’uso dello smartphone migliora la salute mentale, l’attenzione e il benessere generale. Ecco perché disconnettersi ogni tanto fa bene.

La tecnologia è considerata, dagli esperti più entusiasti, una risposta ai bisogni degli uomini, producendo dei beni per soddisfarli. Non è chiaro quali fossero i bisogni umani che hanno determinato la costruzione dello smartphone, il cosiddetto “telefono intelligente”.

Com’è noto alle persone che lo utilizzano tutti i giorni, si tratta di un dispositivo che unisce alle caratteristiche di un telefono cellulare le potenzialità di un piccolo computer, grazie alla presenza di un sistema operativo completo e autonomo. Ora se sono cresciute le capacità di comunicazione, si sono manifestati anche tanti effetti nocivi. Ad esempio, uno studio apparso su “PNAS Nexus”, rivista dell’Accademia Nazionale delle Scienze, USA, ha confermato che diminuire il tempo per trastullarsi col proprio smartphone rende le persone più serene e concentrate.

Gli statunitensi vi trascorrono, in media, quasi 5 ore al giorno.  Lo scopo era determinare se l’uso dello smartphone procurasse danni alle funzioni cognitive e alla salute mentale. Sono stati scelti 467 partecipanti, a cui è stata installata un’app sui loro dispositivi per bloccare l’accesso a Internet per 2 settimane.

Per uno studio sono stati scelti 467 partecipanti, a cui è stata installata un’app sui loro dispositivi per bloccare l’accesso a Internet per 2 settimane.

Gli smartphone della metà delle “cavie” hanno subito il blocco per questo lasso di tempo, mentre l’altra metà ha agito come gruppo di controllo, come succede in esperimenti di questo genere. La strategia dell’indagine per i due gruppi è cambiata nel secondo periodo di due settimane.

L’esperimento è stato difficoltoso, tanto che solo 266 soggetti hanno accettato di installare l’app sul proprio telefono e solo 119 sono stati bloccati per 10 giorni. Ovviamente non potendo utilizzare Internet è diminuito il tempo passato davanti allo schermo. Ma l’aspetto positivo è stato riscontrare benefici sul benessere soggettivo, salute mentale e sul livello di attenzione.

Secondo gli autori dello studio il mutamento della capacità di attenzione ha corrisposto all’eliminazione di 10 anni di declino in rapporto all’età. Inoltre, è stato notato che i benefici degli stati depressivi sono stati superiori degli effetti medi dei farmaci antidepressivi. Il gruppo dell’esperimento con Internet bloccato per le prime due settimane, ha manifestato un benessere soggettivo e della salute mentale maggiormente rilevante alla fine delle 4 settimane. Questo stato è durato anche quando si è ritornati online.

Secondo gli autori dell’esperimento le conseguenze efficaci sono dovute alla crescita del tempo passato nel mondo reale in seguito alla disconnessione. Inoltre, dal conseguente decremento del tempo utilizzato per i media, alla crescita del legame sociale e della socialità, dal sentirsi più capaci di autocontrollo e dal più tempo trascorso tra le braccia di Morfeo, dio del sonno nella mitologia greca.

Per gli autori dello studio, abbandonare per un certo lasso di tempo i dispositivi tecnologici, non può che essere proficuo.

Quindi, per gli autori dello studio, abbandonare per un certo lasso di tempo i dispositivi tecnologici, non può che essere proficuo per le persone. Questo non vuol dire abbandonare totalmente il cellulare, perché così com’è formata la società, non se ne può fare a meno. A meno che non si decida di dedicarsi esclusivamente all’eremitaggio e alla spiritualità. Bisogna allenare la propria consapevolezza a raggiungere uno stadio attraverso il quale si decide quando e come staccarsi dalla tecnologia tentacolare.

Il problema è sempre lo stesso: stabilire la quantità di tempo da dedicare alla tecnologia e quello che è altro da essa. Anche perché col capo chino sul device e gli occhi spiritati per perdersi nelle immagini e nei video trasmesse nel web, il rischio è il rincitrullimento totale. Uno stadio che porta le persone a vagare come anime perse, mentre il paesaggio circostante passa loro accanto sfiorandole senza che nemmeno se ne accorgono. Ed intanto molti non assistono da tempo immemore al crepuscolo mattutino e all’alba che fa capolino. Così come non osservano un tramonto o un paesaggio struggente. Non sanno più cosa siano, c’è lo smartphone che pensa a tutto!

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