Il sovrintendente capo fu freddato a colpi di pistola durante un normale controllo sul treno che collegava Roma a Firenze il 2 marzo del 2003.
Perugia – Emanuele Petri, sovrintendente capo della Polizia di Stato, fu assassinato in un agguato di matrice terroristica, durante l’espletamento del servizio, su un treno regionale della tratta Roma – Firenze, all’altezza di Castiglion Fiorentino. Era il 2 marzo 2003, e oggi ricorrono i 22 anni dalla sua scomparsa. La commemorazione, al Cimitero di Vernazzano, alla presenza della famiglia Petri e del Questore della provincia di Perugia, Dario Sallustio. Su quell’ultimo treno della sua vita Petri era Bruno Fortunato e Giovanni Di Fronzo. Dall’altra parte c’erano i brigatisti Mario Galesi e Nadia Desdemona Lioce, entrati in azione durante il controllo dei documenti. I due terroristi hanno esibito carte d’identità apparentemente valide, poi risultate rubate e contraffatte.
A quel punto Petri ha comunicato i nominativi dei passeggeri alla sala operativa per i riscontri, avvicinandosi ai colleghi senza distogliere l’attenzione da loro. E’ stato in quel frangente che il brigatista ha estratto la pistola puntandola al collo di Petri, intimando agli altri due operatori di consegnare le armi. Sebbene sotto la minaccia di una pistola i poliziotti hanno reagito. Ne è nata una violenta colluttazione con l’esplosione di alcuni colpi, uno dei quali ha colpito Petri a morte. Nel frattempo i due agenti sono riusciti a bloccarli, e giunti a Castiglion Fiorentino li hanno consegnati ad altri poliziotti. I due sono stati poi identificati come Mario Galesi e Nadia Desdemona Lioce. Il 9 maggio 2015 è stata conferita alla sua memoria la Medaglia d’Oro al Valor Civile.