Le presenze nel Belpaese crescono del 2,5% nel 2024, trainate dagli stranieri (+7,5%), mentre calano quelle italiane. Per colpa della crisi.
Nel mare procelloso dell’economia mondiale, la nave del turismo italiano naviga spedita verso il successo. Almeno è quanto sostiene il Centro Studi Turistici di Firenze, un’Agenzia Formativa accreditata dalla Regione Toscana, composta da operatori pubblici e privati, che svolge attività di studio, ricerca, formazione e consulenza in materia di turismo. Secondo i dati il settore nel 2024 è cresciuto del 2,5% rispetto all’anno prima, pari a circa 458,5 milioni di presenze in un anno.
A rendere corposi i numeri sono stati i turisti stranieri con un incremento del 7,5%. E’ sicuramente un dato incoraggiante, considerando la congiuntura economica di parecchie località turistiche mondiali, caratterizzata da inflazione galoppante e prezzi in aumento.
Dunque il Belpaese, checché se ne dica, continua ad ammaliare gli stranieri perché il paniere offerto è ricco e vario: cultura, arte, gastronomia, paesaggi marini e montani incantevoli da mozzare il fiato. Il rovescio della medaglia è rappresentato dal calo del turismo interno, mentre quello estero, come si è visto è cresciuto. Si parla di un decremento del 2,8% di presenze e di 2,9% di arrivi. Gli esperti ritengono che uno dei motivi è lo scarso potere d’acquisto del bilancio familiare che non ha permesso a molti di poter andare in vacanza. Senza essere esperti, se ne erano accorti molti italiani, avendo vissuto sulla propria pelle il fenomeno, guardando le vacanze in cartolina.
Il nostro Paese come luogo di villeggiatura è amato soprattutto dai cittadini degli USA, Regno Unito, Francia e Germania. Questa preferenza è frutto della sagacia del marketing turistico e dell’alto livello dei servizi ricettivi, di ristorazione e dei trasporti. Su quest’ultimo punto c’è da nutrire qualche dubbio perché i trasporti non sembrano così efficaci come si racconta. O forse, ritardi, scioperi e disservizi vari capitano solo quando treni aerei e navi sono utilizzati dagli italiani? La comunicazione e l’offerta turistiche saranno state efficaci, forse, per località poco conosciute al grande pubblico, visto il recente incremento di visitatori.
Sempre secondo i dati del Centro Studi Turistici di Firenze, Roma continua ad essere “caput mundi” per gli stranieri, visto che è la città con più visitatori d’Italia. Col patrimonio storico, culturale e artistico di cui dispone non poteva essere altrimenti! Seguono, non molto distanziate Regioni come la Toscana, grazie ai suoi fiori all’occhiello artistici come Firenze, Siena e Pisa. Poi la Campania che ha un ventaglio di offerte niente male: Napoli, Pompei, la solfatara di Pozzuoli, Capri e la splendida Costiera Amalfitana.
Non bisogna dimenticare Venezia e Milano che hanno contribuito a far crescere il flusso turistico. La novità, semmai, è una crescita delle presenze turistiche anche in zone meno frequentate e promozionate, come Abruzzo, Puglia, Sicilia e Calabria. Se l’aumento del turismo assume connotati positivi per l’economia, ci sono una serie di fattori da considerare. In primo luogo, la concorrenza straniera è spietata. Inoltre, per essere sostenibile c’è urgenza di digitalizzare il comparto e innovare la qualità dei servizi, oltre ad instaurare politiche di ricezione e più selettive. Nel senso che l’afflusso selvaggio di orde barbariche travestite da turisti, provoca danni alle infrastrutture, che risentono di un’affluenza così massiccia, all’ambiente e all’ecosistema. Come ha confermato la recente invasione del 25 e 26 gennaio di oltre diecimila napoletani che con auto, pullman si sono diretti a Roccaraso, località sciistica dell’Abruzzo, provocando ingorghi, disagi, lasciando sporcizia e rifiuti. Eh no, questo proprio no!