Dopo il Garante per l’Infanzia e la Regione, con un comunicato congiunto prendono posizione anche le varie realtà del volontariato.
Bologna – Il trasferimento al carcere della Dozza di giovani adulti dell’Istituto penale minorile (il Pratello), assieme ad altri provenienti da altre carceri, “con conseguente impatto riorganizzativo sulla struttura ospitante e soprattutto sulle persone ospitate, ci inquieta insieme a loro e ci riempie di preoccupazione”. Con un comunicato congiunto prendono posizione anche le varie realtà di volontariato attive nel ‘mondo carcere’ di Bologna: Albero di Cirene, AltroDiritto, Avoc (Associazione volontari carcere), Cappellania Carcere “R.D’Amato, Coordinamento Carcere Navile, Iiple, Liberi di studiare, Penny Wirton, Poggeschi per il carcere, Osteria Formativa Brigata del Pratello, Uisp, Uisp, Uva passa (e si attendono altre adesioni).
“Mentre ci risulta certa e già avvenuta la firma del provvedimento da parte del ministro Nordio, la scarsità
d’informazioni su quello che succederà e sulle modalità di attuazione ci sollecita a far sentire la nostra voce”, quella di chi si occupa di accoglienza, cura, scuola, formazione, lavoro, tempo libero, cultura, rapporti parentali “attraverso percorsi di accompagnamento delle persone in vista di una rigenerazione che dia senso al tempo della loro restrizione e sia significativa per un futuro buono, nella convinzione che la sicurezza della società è garantita soprattutto da persone pienamente consapevoli dei loro diritti e dei loro doveri: tutti cittadini, nessuno escluso, a maggior ragione quelli con riduzione attuale della libertà personale”.
Detto questo, i trasferimenti “non sono necessariamente provvedimenti negativi, ma è impensabile e ingiusto che i criteri per realizzarli si fondino esclusivamente sulle quantità delle persone da trasferire e sui metri quadrati disponibili (anche non disponibili)”. Le persone, dicono ancora le varie realtà del volontariato bolognese, “non sono entità da prelevare nella loro singolarità da un ambiente e da immettere in un altro,
disinteressandosi del contesto vitale che fin qui li ha sostenuti e delle proposte di accoglienza e di accompagnamento che si possono offrire nel nuovo inserimento”. Il volontariato segnala che “sulla ricchezza di opportunità attualmente a disposizione delle istituzioni penitenziarie cui facciamo riferimento ci sono
investimenti importanti in termini di risorse, competenze, persone dedicate”.
Di qui l’appello affinché a chi arriverà “siano garantite ospitalità adeguata e continuità dei percorsi” fruiti precedentemente. Il volontariato è pronto a dare una mano e a cercare ulteriori mezzi “per far atterrare un progetto sensato per tutti. Ad un progetto occorre mettere mano. Rispettoso della dignità delle persone”. Continua dunque la polemica sulla proposta di trasferimento di 60-70 giovani adulti provenienti da vari istituti all’interno di una sezione detentiva della Dozza. “In un quadro di estremo allarme dovuto al sovraffollamento delle carceri e al disagio minorile, si è aggiunta la proposta dell’Amministrazione della giustizia di creare nel carcere bolognese della Dozza, una sezione per giovani adulti, così come hanno denunciato sia il Garante regionale sia quello comunale dei detenuti. Una situazione gravissima che mina
l’attuazione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza”, aveva rilevato la Garante per l’infanzia e l’adolescenza, Claudia Giudici.
La Regione Emilia Romagna aveva già espresso “forte preoccupazione per le notizie di stampa secondo cui il ministero della Giustizia starebbe valutando il trasferimento di detenuti appena maggiorenni dagli istituti penali per minori alla Casa circondariale della Dozza di Bologna”, e segnalava lo stato di degrado e sovraffollamento della struttura, totalmente inidonea ad ospitare minori. Una posizione di contrarietà e una richiesta urgente di chiarimento formalizzate nella lettera inviata al ministero della Giustizia, Carlo Nordio, dall’assessora al Welfare Isabella Conti, che proprio nelle scorse settimane aveva visitato l’istituto penitenziario di Modena e, assieme al presidente Michele de Pascale, quello bolognese della Dozza.