“Voglio vedere mia madre” e giù botte a medici e infermieri: arrestato 58enne al pronto soccorso di Ostia

L’uomo, in stato di alterazione da alcol, voleva vedere la madre ricoverata. Fermato dai carabinieri, aveva un coltello in auto.

Roma – Ancora aggressioni ai danni del personale medico in ospedale. Nel pomeriggio di sabato, un uomo di 58 anni ha aggredito due medici e tre infermieri del pronto soccorso dell’ospedale Grassi di Ostia dopo che gli era stato negato l’accesso al reparto per far visita alla madre ricoverata. Il rifiuto, dovuto al suo evidente stato di alterazione per abuso di alcol e al mancato rispetto dell’orario di visita, ha scatenato la sua furia.

Dopo aver colpito con calci e pugni il personale sanitario, l’uomo è stato immobilizzato dai carabinieri della stazione di Vitinia, intervenuti su richiesta del 112. Durante la perquisizione della sua auto, è stato trovato un coltello a scatto. Arrestato in flagranza di reato, dovrà rispondere di interruzione di pubblico servizio, lesioni aggravate e porto abusivo di arma. Attualmente si trova nel carcere di Rebibbia e lunedì comparirà davanti al gip per l’udienza di convalida.

Il governatore del Lazio, Francesco Rocca, ha espresso solidarietà agli operatori sanitari vittime dell’aggressione: “Queste violenze devono finire. Non smetteremo mai di dirlo e di fare tutto il possibile per arginare questo odioso fenomeno”.

Sul tema è intervenuto anche Gianluca Giuliano, segretario nazionale della UGL Salute, che ha denunciato l’escalation di episodi di violenza nei confronti del personale sanitario. “Il posto di lavoro come una trincea. Non basta indignarsi, servono misure concrete”, ha dichiarato, sollecitando maggiori presidi delle forze dell’ordine, il potenziamento della videosorveglianza e l’introduzione di braccialetti antiaggressione per gli operatori sanitari.

L’episodio dell’ospedale Grassi di Ostia è solo l’ennesimo caso di violenza ai danni del personale sanitario in Italia. Nonostante le nuove norme che prevedono pene più severe, l’escalation di aggressioni continua. La richiesta di misure di protezione più efficaci si fa sempre più pressante, mentre medici e infermieri denunciano condizioni di lavoro sempre più difficili.

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