Rischi per l’ambiente e la salute. Sono in corso ulteriori approfondimenti tecnici in collaborazione con l’ARPA Emilia-Romagna.
Rimini – Sequestro di due distinte aree adibite a discariche abusive di rifiuti speciali, pericolosi e non pericolosi, e denuncia dei rispettivi responsabili per violazioni alla normativa ambientale. E’ il bilancio dell’attività dei finanzieri della Stazione Navale della Guardia di Finanza che, nel corso di una perlustrazione svolta nel territorio della Provincia di Rimini, ha individuato un’area di circa 1.600 metri quadrati utilizzata come discarica di veicoli e deposito incontrollato di rifiuti da parte di una ditta operante nel settore della lavorazione di metalli.
Sul terreno, privo di sistemi di impermeabilizzazione e protezione, erano stoccati in modo irregolare: 90 veicoli e motoveicoli fuori uso, in stato di abbandono; circa 5.000 kg di rifiuti metallici e plastici; 4 scafi in vetroresina di imbarcazioni dismesse; 50 pneumatici fuori uso.
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I rifiuti, esposti agli agenti atmosferici e al dilavamento, rappresentavano un potenziale rischio per l’ambiente e la salute pubblica. Per tali ragioni, i finanzieri hanno posto sotto sequestro l’area e il materiale rinvenuto, denunciando il titolare dell’azienda per violazione degli articoli 192 e 256 del D.Lgs. 152/2006, in materia di gestione illecita di rifiuti e realizzazione di discarica abusiva.
Contestualmente, nel corso di un’altra analoga attività di controllo del territorio, i militari hanno individuato un’area privata annessa a un immobile rurale in stato di abbandono, dove erano presenti circa 1.000 kg di Onduline in eternit e due cisterne presumibilmente realizzate in cemento-amianto, entrambi materiali altamente pericolosi per la salute umana e l’ecosistema. La mancata adozione di misure idonee per il contenimento dei rifiuti pericolosi esponeva il territorio al rischio di dispersione di fibre di amianto, con potenziali gravi ripercussioni sull’ambiente. Anche in questo caso, l’area è stata sequestrata e il proprietario deferito all’Autorità Giudiziaria per violazione della normativa ambientale.
Sono in corso ulteriori approfondimenti tecnici in collaborazione con l’ARPA Emilia-Romagna.