Arrestato ex boss del clan Sarno: voleva eliminare un collaboratore di giustizia a Brescia

In manette anche altre due persone per tentato omicidio e detenzione e porto di armi con matricola alterate.

Brescia – Il Centro Operativo DIA di Brescia ha eseguito un fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di tre persone, due delle quali gravemente indiziate di reati aggravati dall’art. 416 bis 1 c.p., tra cui tentato omicidio e detenzione e porto di armi alterate.

L’indagine ha preso avvio a seguito dell’incendio doloso, avvenuto a Brescia nel gennaio 2022, di un’autovettura in uso a un ex collaboratore di giustizia di origini campane. La vicenda, inizialmente considerata un atto intimidatorio, ha rivelato invece l’esistenza di un progetto omicidiario, orchestrato da appartenenti a un gruppo criminale guidato da un altro pentito, ex figura apicale del clan Sarno di Ponticelli (Napoli). Quest’ultimo, attualmente sottoposto a programma di protezione, è tra i destinatari del provvedimento di fermo.

Nel corso dell’operazione, la DIA di Brescia, con il supporto dei Centri Operativi DIA di Torino, Genova, Bologna, Napoli e Catanzaro, ha eseguito sei decreti di perquisizione nei confronti di altri indagati, finalizzati alla ricerca di armi e stupefacenti.

Le indagini avevano già portato in precedenza a tre arresti, tra cui quello di un altro ex collaboratore di giustizia, sorpreso subito dopo l’acquisto di un fucile di precisione Remington mod. 700 cal. 308, completo di ottica e munizioni, proveniente dal mercato illegale delle armi rubate. L’intento dell’acquisto era commettere un omicidio, il cui fallimento ha evitato il rischio di una faida.

Altri due arresti in flagranza di reato sono stati eseguiti per il porto illegale di armi da fuoco in luogo pubblico, nello specifico due pistole Beretta, calibro 22 short e 6.35, entrambe con matricole abrase.

Le indagini hanno inoltre fatto emergere collegamenti tra il clan Sarno e la cosca ‘ndranghetista Arena di Isola Capo Rizzuto (KR), evidenziando un intreccio criminale tra diverse organizzazioni mafiose.

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa